Le conseguenze della “spaghettificazione” della stella sono un qualcosa che gli astronomi non avevano mai visto prima. Ecco cosa è successo.

A distanza di tre anni dall’aver distrutto e divorato una piccola stella, un buco nero sta espellendo materiale con violente emissioni di lampi di luce. Per gli astronomi si tratta di un qualcosa mai visto prima.

buco nero
Rappresentazione artistica di un buco nero che espelle materiale da una stella divorata anni prima. Credit: DESY, Laboratorio di comunicazione scientifica

Cosa sono e come funzionano gli eventi di distruzione mareale di un buco nero

Il buco nero si trova in una galassia situata a 665 milioni di anni luce di distanza dalla Terra e nel 2018 lo si era osservato fare a pezzi una stella. L’evento, di per sé, non sorprese gli scienziati. Queste cosiddette TDE (eventi di distruzione mareale) si verificano quando oggetti come le stelle si avvicinano ai buchi neri e la massiccia forza gravitazionale di questi ultimi genera forze di marea che allungano la stella “spaghettificandola”. Quando questo materiale cade in un buco nero, si riscalda e genera un lampo di luce che gli astronomi possono individuare a milioni di anni luce di distanza. Occasionalmente, però, un buco nero sputa parte di questo materiale nello spazio. Attenzione pero’! Il plasma espulso in questo modo NON aveva ancora attraversato l’orizzonte degli eventi del buco nero, bensi’ proviene dal disco di accrescimento attorno ad esso. Il meccanismo grazie al quale avviene l’espulsione e’ dovuto alla presenza di fortissimi campi magnetici tipici di questi mostri cosmici. In particolare, come mostrato nella figura in basso, le linee di questi campi hanno una direzione di uscita ortogonale al disco di accrescimento e parallela ai poli. In questo modo, come delle rotaie cosmiche, “indirizzano” il plasma roteante a forte velocita’ nel disco attorno al buco nero in direzione parallela ai poli, formando spesso un vero e proprio getto relativistico.

Esempio grafico del campo magnetico attorno a un buco nero. Credits: physics.stackexchange.com

Tuttavia, c’è qualcosa di molto strano in questo TDE chiamato dagli scienziati AT2018hyz. Nonostante non abbia “ingurgitato” nient’altro dopo il suo ultimo “pasto” con la piccola stella, il buco nero sta ancora espellendo materiale a distanza di anni. Nessuno aveva mai visto niente di simile. È come se questo gigantesco mostro cosmico avesse iniziato a eruttare all’improvviso un mucchio di cose mangiate anni fa. Il team di scienziati che sta studiando il fenomeno ritiene che il materiale venga espulso a circa 480 milioni di chilometri orari, circa la metà della velocità della luce. Tanto per fare un confronto, di solito i TDE rilasciano materia a circa il 10% della velocità della luce.

Serviranno di certo ulteriori studi approfonditi per comprendere meglio questo tipo di eventi. Il prossimo passo, innanzitutto, è capire se si tratti di un fenomeno isolato oppure più comune di quanto pensassimo, nell’universo.

Riferimenti: Universe Today