Se confermata, la scoperta dei cosiddetti ‘troiani’ sarebbe la prova più forte che due esopianeti possono condividere un’orbita: i dettagli

Usando l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), gli astronomi hanno trovato il possibile “fratello” di un pianeta in orbita attorno a una stella lontana. Il team ha rilevato una nuvola di detriti che potrebbe condividere l’orbita di questo pianeta e che potrebbero essere gli elementi costitutivi di un nuovo pianeta o i resti di uno già formato. Se confermata, questa scoperta sarebbe la prova più forte che due esopianeti possono condividere un’orbita. I Troiani, corpi rocciosi nella stessa orbita di un pianeta, sono comuni nel nostro Sistema Solare, l’esempio più famoso sono gli asteroidi troiani di Giove, più di 12.000 corpi rocciosi che si trovano nella stessa orbita attorno al Sole come il gigante gassoso. Gli astronomi hanno previsto che i troiani, in particolare i pianeti troiani, potrebbero esistere anche attorno a una stella diversa dal nostro Sole, ma le prove della loro esistenza sono scarse. 

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Esopianeti
Credit: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO) /Balsalobre-Ruza et al.

La possibile scoperta

Ora, un team internazionale di scienziati ha utilizzato ALMA per trovare la più forte prova osservativa che i pianeti troiani possano esistere, nel sistema PDS 70. Questa giovane stella è nota per ospitare due pianeti giganti simili a Giove, PDS 70b e PDS 70c. Analizzando le osservazioni d’archivio ALMA di questo sistema, il team ha individuato una nuvola di detriti nella posizione nell’orbita di PDS 70b dove si prevede che esistano i Troiani.  

I troiani occupano le cosiddette zone lagrangiane, due regioni estese nell’orbita di un pianeta dove l’attrazione gravitazionale combinata della stella e del pianeta può intrappolare materiale. Studiando queste due regioni dell’orbita di PDS 70b, gli astronomi hanno rilevato un debole segnale da una di esse, indicando che lì potrebbe risiedere una nuvola di detriti con una massa fino a circa due volte quella della nostra Luna. Il team ritiene che questa nuvola di detriti potrebbe indicare un mondo troiano esistente in questo sistema o un pianeta in via di formazione. Per confermare completamente il loro rilevamento, il team dovrà attendere fino a dopo il 2026, quando mireranno a utilizzare ALMA per vedere se sia PDS 70b che la sua nuvola di detriti gemella si muovono in modo significativo lungo la loro orbita insieme attorno alla stella. Ecco il video zoom:

Fonte: ESO