La missione cinese Chang’e-5 è tornata sulla Terra con il carico di roccia e ‘suolo’ raccolto dalla Luna

La capsula che trasporta i materiali lunari della missione Chang’e-5 è atterrata nella Mongolia interna poco dopo le 01:30 ora locale di giovedì (17:30 GMT, mercoledì). Sono passati più di 40 anni da quando le missioni Apollo e le missioni sovietiche Luna hanno portato a casa campioni lunari. Le nuove rocce dovrebbero fornire nuove informazioni sulla geologia e sulla storia antica del satellite terrestre. Per la Cina, il touchdown è visto come un’altra dimostrazione della sua crescente capacità nello spazio.

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La capsula di rientro Chang’e-5 a Siziwang Banner, Mongolia Interna, 16 dicembre 2020. Credit: CNSA / CLEP

La missione

La missione Chang’e-5 è stata lanciata alla fine di novembre. Una sonda composta da diversi elementi è stata inviata in orbita attorno alla Luna. Questi elementi si sono poi separati, con una metà che scendeva sulla superficie lunare. Il sistema di atterraggio ha utilizzato una paletta e un trapano per estrarre i campioni. Non è chiaro quanto, ma forse nel range di 2-4 kg. Un veicolo di risalita ha successivamente riportato i materiali nell’orbita lunare, dove sono stati trasferiti a un modulo di ritorno sulla Terra. Questo è stato guidato a casa da un quarto elemento, staccatosi prima di eseguire una discesa “infuocata” attraverso l’atmosfera terrestre.

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Chang’e-5. Credit: Agenzia Spaziale Cinese

Un’età diversa

Un totale di circa 400 kg di materiali della superficie lunare furono raccolti dagli astronauti americani dell’Apollo e dai robot terrestri Luna dei sovietici. Ma tutti questi campioni erano molto vecchi: più di tre miliardi di anni. Le rocce di Chang’e-5 dovrebbero essere diverse. La missione cinese ha preso di mira una regione vulcanica alta chiamata Mons Rümker nel nord-ovest del lato vicino della Luna. I campioni hanno un’età di non più di 1,2 o 1,3 miliardi di anni e, come tali, dovrebbero fornire ulteriori informazioni sulla struttura interna della Luna. I campioni consentiranno inoltre agli scienziati di calibrare in modo più preciso il “cronometro” che usano per datare le superfici dei pianeti interni del Sistema Solare.

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