Tra i numerosi problemi di natura socio – economico – ambientale che attanagliano la nostra società ed ovviamente la nostra Terra non bisogna sottovalutare l’inquinamento acustico

Ciascun cittadino sembra non essere a conoscenza di quanto deleteri per i nostri nervi siano i rumori assordanti, talvolta gratuiti ed ingiustificati, provenienti da aree limitrofe alla nostra abitazione. Soprattutto nelle vie principali dei centri abitativi si verificano rumori di elevata ed ingente intensità, di ogni tipo (da quelli continui, a quelli impulsivi, fino a quelli intermittenti o fluttuanti) a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Una diffusa anarchia acustica

Transito di camion e di trattori, abbaio di cani randagi e non, fuochi d’artificio sparati per qualsiasi occasione, clacson a gogò, frutto sia della scarsa ed inidonea viabilità, sia della scostumatezza etica insita degli individui, sprint delle moto, i cui “piloti” per farsi notare le fanno ruggire, persone che vivono in strada e che schiamazzano a più non posso, innumerevoli ambulanti che passano con furgoncini con musica “a palla” e che urlano, tramite megafono, parole talvolta incomprensibili ai più, vicini di casa che, sin dalle prime ore dell’alba, ascoltano a tutto volume, ovviamente con finestre aperte, musica di più generi che si sovrappongono tra di loro. Tale miscellanea rumorosa – l’inquinamento acustico – disturba la comunità e provoca inoltre conseguenze negative alla salute in base all’esposizione per periodi più o meno prolungati ed in base all’intensità acustica. Infatti, a seconda della tipologia del rumore che si misura in Decibel (dB), esiste una soglia limite oltre la quale si possono verificare danni importanti all’organismo. Spostamento temporaneo della soglia uditiva, ipocausia per trauma acustico acuto e/o cronico, effetti dannosi sul sonno e stress ne sono un esempio.

Come potremmo risolvere questo problema?

Come ci spiega l’Ingegnere Valerio D’Anna, tecnico competente in Acustica Ambientale: ”Ogni comune deve essere dotato di un piano di zonizzazione acustica che classifica le varie aree del territorio in zone acustiche, corredato dalle norme di attuazione che dovrebbero disciplinare le varie attività e/o sorgenti rumorose (es. cantieri, mobili…), per dare appunto concreta applicazione alla zonizzazione stessa”. Tuttavia, prima di ricorrere alla redazione del piano di zonizzazione acustica (che necessiterebbe del PRG), e/o all’effettuazione di conseguenti misure fonometriche finalizzate allo studio dell’impatto acustico e all’eventuale alla redazione di piani di risanamento acustico (pavimentazioni stradali fonoassorbenti, dossi, piattaforme, barriere antirumore) basterebbe, in talune circostanze, uno spiccato senso civico da parte di ogni singola persona nell’evitare o quantomeno limitare azioni spiccatamente rumorose nel rispetto della collettività.

Fonte