Le galassie si muovono e, nonostante spazi estremamente grandi a disposizione, a volte si scontrano

Lo scontro tra galassie è un evento molto più frequente di quanto si possa pensare ed è probabilmente il meccanismo principale di evoluzione dopo le fasi di formazione. I potenti telescopi degli astronomi sono riusciti a catturare diversi esempi di galassie in collisione, con conseguenze davvero spettacolari per l’intera struttura dei due corpi celesti coinvolti. Ma quanto potrebbe essere violento uno scontro tra due galassie? Quali immani cataclismi potrebbero sconvolgere un malcapitato mondo che osserva impotente l’avvicinarsi di due mostri del cielo?

Le galassie delle Antenne
Il riquadro a sinistra mostra la regione delle galassie delle Antenne (NGC 4038/4039) ripresa nel celebre dettaglio del telescopio spaziale Hubble. Credit: NASA, STScI e / o ESA

Scontri galattici

In realtà lo scontro tra due galassie è molto diverso da quanto si potrebbe immaginare. Le stelle, presenti a centinaia di miliardi, rappresentano in
realtà una parte infinitesima del volume di una galassia. In effetti, oltre il 99,999% del volume di una galassia non è occupato da nessun corpo celeste, ma permeato semplicemente da gas più o meno rarefatto che forma quello
che abbiamo chiamato precedentemente mezzo interstellare. Per avere una giusta proporzione tra le dimensioni delle stelle e il volume totale di una tipica galassia e capire cosa succede quando questi due oggetti entrano in collisione, prendiamo tante monete da due euro e costruiamo la nostra
galassia. Per rispettare le proporzioni, due monete qualsiasi devono
essere distanti in media 1300 km! Non è difficile quindi immaginare cosa accade quando spingiamo l’una contro l’altra due “galassie” formate da
monete di due euro distanti 1300 km l’una dall’altra: i due oggetti si attraversano, le collisioni tra le monete, le stelle, saranno estremamente rare. In effetti, la probabilità che durante una collisione galattica le
stelle si scontrino è di appena una su dieci milioni!

Alcune galassie interagenti riprese dal Telescopio spaziale Hubble.
Alcune galassie interagenti riprese dal Telescopio spaziale Hubble.
Credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration, and A. Evans (University of Virginia, Charlottesville/NRAO/Stony Brook University)

La collisione tra due galassie, quindi, non è regolata da eventi catastrofici, ma somiglia molto all’attraversamento reciproco di due gas. A dettar legge è la forza gravitazionale delle stelle e delle grandi nebulose. L’interazione gravitazionale a distanza è quella che effettivamente modifica in modo spettacolare la forma di due galassie in collisione, di nuovo, come se fossero
due gas che si miscelano modellati dal vento. Quando a scontrarsi sono due galassie di dimensioni simili, l’interazione porta spesso alla fusione.

Le Galassie Topo
Le Galassie Topo. Credit: NASA, H. Ford (JHU), G. Illingworth (UCSC/LO), M.Clampin (STScI), G. Hartig (STScI), the ACS Science Team, and ESA

Una galassia ellittica

A prescindere dal tipo di galassie che si scontrano, la fusione darà origine a una galassia ellittica. Quando a scontrarsi sono invece galassie di dimensioni molto diverse, a farne le spese è l’oggetto più piccolo, che
lentamente viene smembrato e inglobato dal principale, che può modificare la sua forma. Questo scenario è molto frequente anche per la Via Lattea.
La barra di stelle presente nel nucleo sembra essere la risposta dinamica allo scontro e successiva fusione con una o più galassie satelliti. Molti degli attuali satelliti della Via Lattea saranno lentamente inglobati nel disco, accrescendo le dimensioni della nostra isola di stelle. Nessuna paura, però: l’interazione tra due galassie e la successiva fusione sono eventi che hanno durata di diversi milioni di anni e non rappresentano pericoli per il nostro
Sistema Solare, a meno di non essere veramente, ma veramente sfortunati.
Possiamo comunque tirare un sospiro di sollievo, perché non vi sono stelle di galassie in interazione dirette contro il Sole, almeno fino a quando la nostra stella resterà in vita.

Articolo scritto in collaborazione con Daniele Gasparri: https://www.astroatacama.com/

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