Anche senza il più grande scienziato di tutti i tempi, i più importanti progressi scientifici sarebbero comunque avvenuti.

Quando chiedete a qualcuno di dirvi chi è stato lo scienziato più famoso della storia, molto probabilmente la risposta sarà Albert Einstein. L’iconico fisico è stato responsabile di un notevole numero di progressi scientifici durante il XX secolo. La sua equazione più famosa, E = mc², ha totalmente rovesciato la fisica newtoniana che aveva dominato il pensiero scientifico per più di 200 anni. E tutt’ora la sua teoria della relatività rimane imbattuta in tutti gli esperimenti fatti oltre un secolo dopo che Einstein la propose per la prima volta. Ma se non fosse mai esistito? Sarebbe arrivato qualcun altro a fare esattamente le stesse scoperte? O avremmo impiegato anni per arrivarci?

Niels Bohr e Albert Einstein, nella casa di Paul Ehrenfest nel 1925. Credit: Paul Ehrenfest

Saremmo arrivati a capire le stesse cose che sappiamo oggi, se non fosse esistito?

Einstein ebbe nel 1905 il suo cosiddetto “anno miracoloso”, quando cioè pubblicò una serie di articoli che avrebbero rivoluzionato diverse aree della fisica. Ma prima di quell’anno si erano comunque verificati un gran numero di progressi che ci inducono a pensare che saremmo comunque arrivati a capire tante cose anche senza di lui.

Per oltre 200 anni ci si era affidati alla fisica di Newton per descrivere sia la meccanica del regno celeste, che di quello terrestre. Ma c’erano almeno un paio di cose che non tornavano e che sembravano suggerire ci fosse qualcos’altro. Le prime scoperte di radioattività, ad esempio, erano già avvenute: ci si rese conto che la massa veniva effettivamente persa, quando alcuni atomi decadevano. Per non parlare dell’orbita irregolare di Mercurio, l’unico che non obbediva alle leggi di Newton. Si pensò addirittura ci fosse un altro pianeta, Vulcano, fra Mercurio e il Sole, che ne influenzava l’orbita.

L’idea più brillante di Einstein

Un’altra cosa era molto più sconcertante: quando gli oggetti si avvicinavano alla velocità della luce, non obbedivano più alle equazioni di moto di Newton. È qui che entrò in scena Einstein. Tra le sue scoperte più importanti il fatto che quando gli atomi decadono, perdono massa. E dove va quella massa, se non viene conservata? Viene convertita in energia (E = mc²). E poi la teoria della relatività speciale, l’effetto fotoelettrico, la relatività generale. Quest’ultima è stata la più grande rivoluzione di Einstein, una nuova teoria della gravità che governa l’Universo. Eppure ci sono molte ragioni per credere che, nonostante l’impareggiabile carriera di Einstein, l’intera serie di progressi sarebbe stata fatta da altri, anche senza di lui.

Nel 1880, ad esempio, JJ Thompson, scopritore dell’elettrone, iniziò a pensare che i campi elettrici e magnetici di una particella carica potessero trasportare energia. Allo stesso modo, l’esperimento di Michelson-Morley aveva dimostrato che la luce si muoveva sempre a velocità costante. Hendrik Lorentz aveva già scoperto le equazioni di trasformazione che determinavano come le velocità si sommavano e come il tempo si dilatava. Il lavoro di Max Planck, poi, aveva posto le basi per la scoperta dell’effetto fotoelettrico e anche la meccanica quantistica si sarebbe sviluppata altrettanto bene in assenza di Einstein.

Spesso pensiamo che un uomo, grazie ad un colpo di genio, abbia individuato da solo la chiave per il progresso. Ma quando esaminiamo la situazione più nel dettaglio, scopriamo che molte persone stavano già mordicchiando quella scoperta poco prima che fosse fatta. Non c’è dubbio che Einstein sia stato il primo a tagliare il traguardo su molti fronti scientifici, ma se non ci fosse stato, molti altri ci si erano anche solo avvicinati prima di lui.

Riferimenti: Big Think