Un nuovo studio della NASA spiega come i terremoti potrebbero essere la fonte del terreno misteriosamente liscio sulle lune che circondano Giove e Saturno.

Molte delle lune ghiacciate che orbitano attorno ai pianeti giganti nelle zone più remote del nostro sistema solare sono note per essere geologicamente attive. Giove e Saturno hanno una gravità così forte che influenzano i corpi in orbita attorno a loro, provocando terremoti lunari che possono rompere le croste e le superfici delle lune. Una nuova ricerca mostra per la prima volta come questi terremoti possono innescare frane che arrivano a formare terreni straordinariamente lisci.

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Lo studio, pubblicato su Icarus, delinea il legame tra terremoti e smottamenti, gettando nuova luce su come si evolvono le superfici e le trame ghiacciate delle lune.

Creste di ghiaccio e terremoti

La superficie di Ganimede ripresa da Galileo
La sonda Galileo della NASA ha catturato questa immagine della superficie della luna di Giove, Ganimede. 
Sulla Terra, caratteristiche simili si formano quando la faglia tettonica rompe la crosta. Credits: NASA/JPL/Brown University

Sulle superfici di lune ghiacciate come Europa, Ganimede ed Encelado, è comune vedere ripide creste circondate da aree relativamente piatte e lisce. Gli scienziati hanno teorizzato che queste macchie derivino dal liquido che fuoriesce dai vulcani ghiacciati. Ma come funzioni quel processo quando le temperature superficiali sono così fredde e inospitali per i fluidi è rimasto un mistero.

Una semplice spiegazione delineata nello studio non coinvolge il liquido sulla superficie. Gli scienziati hanno misurato le dimensioni delle ripide creste, che si ritiene siano scarpate tettoniche di faglia presenti anche sulla Terra: pendii ripidi causati quando la superficie si rompe lungo una linea di faglia causando la discesa di uno dei due lati.

Applicando le misurazioni ai modelli sismici, hanno stimato la potenza dei terremoti lunari del passato e hanno scoperto che potrebbero essere abbastanza forti da sollevare detriti che poi ricadono a valle, dove si allargano, levigando il paesaggio.

Lo scuotimento della superficie a causa dei terremoti lunari sarebbe stato sufficiente a far franare il materiale superficiale. Stimando le dimensioni dei terremoti lunari e quanto potrebbero essere grandi le frane si può capire come potrebbero modellare le superfici lunari nel corso del tempo.

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Prossime indagini

Encelado visto da Cassini
Encelado visto da Cassini. Credit: NASA

L’imminente missione Europa Clipper della NASA, diretta alla luna di Giove Europa nel 2024, darà alla ricerca un impulso significativo, fornendo immagini e altri dati scientifici. Dopo aver raggiunto Giove nel 2030, il veicolo spaziale orbiterà attorno al gigante gassoso e condurrà circa 50 passaggi ravvicinati di Europa.

La missione ha un sofisticato carico utile di nove strumenti scientifici per determinare se Europa, che gli scienziati ritengono contenga un profondo oceano interno sotto un guscio di ghiaccio esterno, abbia condizioni che potrebbero essere adatte alla vita.

Ma particolarmente sorprendenti sono stati i risultati dei modelli per l’attività tettonica e i terremoti sulla luna di Saturno, Encelado, un corpo che ha meno del 3% della superficie di Europa e circa 1/650 di quella della Terra. A causa della piccola gravità di quella luna, i terremoti su Encelado potrebbero essere abbastanza potenti da scagliare detriti ghiacciati nello spazio, un po’ come un cane bagnato si scrolla di dosso l’acqua.

Per quanto riguarda Europa, le immagini ad alta risoluzione raccolte da Europa Clipper aiuteranno gli scienziati a determinare la potenza dei terremoti lunari del passato. I ricercatori saranno in grado di applicare le recenti scoperte per capire se i terremoti hanno spostato il ghiaccio e altri materiali superficiali e di quanto. Anche le immagini della missione Jupiter Icy Moons Explorer (JUICE) dell’ESA, appena partita alla volta di Giove, offriranno informazioni simili sulla vicina luna di Europa, Ganimede.

Riferimenti: NASA/JPL, Icarus