Era l’Agosto 1997 quando il telescopio spaziale Hubble ci regalo le prime immagini nell’ultravioletto della stella AGB Mira.

Avete qui un esempio lampante di quante informazioni ci perderemmo se osservassimo il cielo nella sola banda accessibile ai nostri occhi, ovvero la banda visibile. Era l’Agosto 1997 quando il telescopio spaziale Hubble ci regalo’ queste immagini della stella AGB Mira, nella costellazione della Balena. Stiamo insomma parlando di una stella molto vecchia, con una massa poco superiore al nostro Sole, ma il cui volume potrebbe riempire l’orbita terrestre. Il suo nucleo di carbonio e ossigeno ha ormai esaurito ogni sorta di combustibile, e l’energia viene generata dal bruciamento alternato di elio e idrogeno in due sottilissimi gusci attorno al nucleo.

La stella Mira ripresa dal telescopio spaziale Hubble nel visibile (sinistra) e ultravioletto (destra). Credits: Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics and NASA

Due immagini che paiono piuttosto diverse, eppure ritraggono la stessa identica stella, la quale e’ semplicemente ripresa nella banda visibile (a sinistra) e nell’ultravioletto (a destra). Ed e’ proprio riprendendo la stella nell’ultravioletto (banda di frequenza tipicamente emessa da corpi ad alta temperatura, dell’ordine di decine di migliaia di gradi) che Hubble ha rilevato uno strano uncino di plasma che si estende da Mira e punta verso la compagna più piccola, della quale non si ha essenzialmente traccia nel visibile. Questo materiale potrebbe dunque essere attratto gravitazionalmente verso la compagna di Mira, una nana bianca di carbonio e ossigeno ad alta densita’ (dove una quantita’ di meteria paragonabile alla massa del nostro Sole e’ compressa in un volume dell’ordine del piateta Terra), cio’ che una volta era il nucleo della compagna di Mira, prima che morisse espellendo tutti i suoi strati esterni attraverso intensi venti stellari. Sistemi come questi sono di grande interesse per gli astronomi, in quanto da essi possono avere luogo alcuni dei piu’ potenti catalismi cosmici, come le novae o anche le potentissime supernovae Ia, eventi che giocano un ruolo chiave nell’evoluzione chimica e strutturale della nostra e di tutte le galassie.

L’importanza dell’indagine multifrequenza e multimessaggera

Sebbene la stella AGB Mira fosse gia’ conosciuta da circa 400 anni, gli astronomi hanno dovuto aspettare questo studio nell’ultravioletto del telescopio spaziale Hubble per avere le prime immagini dirette della sua interazione con la compagna. Un esempio lampante di quanto sia importante per gli astronomi raccogliere informazioni in tutto lo spettro elettromagnetico nell’osservare il cielo. Motivazioni per molti versi simili a quelle che hanno fatto nascere l’ “Astronomia Munltimessaggera”, ovvero l’indagine del cielo non solo nelle onde elettromagnetiche, ma anche attraverso le onde gravitazionali, neutrini, raggi cosmici… ognuno di questi canali ha un pezzo di storia del cosmo da raccontarci, qualcosa di unico e prezioso che solo lui ci puo’ recapitare.

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