Come per la vita sulla Terra, anche le stelle hanno un ciclo vitale che è destinato a concludersi. Uno studio del Monthly Notice della Royal Astronomical Society ha spiegato dove si potrebbero trovare i cosiddetti “cadaveri” di queste stelle.

Come ogni cosa, anche le stelle sono destinate a morire. Le stelle più grandi, quando finiscono di bruciare il loro idrogeno dopo milioni di anni, esplodono in supernove e si lasciano dietro dei “resti” stellari. Questi resti possono essere stelle di neutroni o buchi neri. Sono “cadaveri” difficili da osservare: le stelle di neutroni sono grandi una quindicina di chilometri e non emettono luce visibile; allo stesso modo i buchi neri li osserviamo solo per via indiretta.

Simulazione di un buco nero supermassiccio che mostra la distorsione dello sfondo. Credits: NASA Goddard Space Flight Center, ESA/Gaia/DPAC

La Via Lattea è piena di “cadaveri”

Risulta quindi difficile osservare questi corpi celesti e riempire cosi tutti i tasselli mancanti nello spazio circostante. Uno studio del Monthly Notice della Royal Astronomical ha modellato una mappa di questi corpi celesti nella Via Lattea.

Ha ottenuto 3 risultati:

1) Questi corpi celesti deviano di molto dalla traiettoria orbitalica originaria. Questo accade perché le stelle morte sono quelle più vecchie della galassia.

2) Un terzo di queste stelle sta “scappando” dalla Via Lattea. Questo accade perché le interazioni gravitazionali nel tempo le stanno facendo fuggire dall’orbita galattica. Di fatto, quindi, la Via Lattea sta “evaporando”.

3) All’interno della galassia la distribuzione dei residui è molto densa e uniforme. Si stima che ogni stella abbia entro 100 anni luce un residuo stellare (per il sole la stima è di 65 anni luce).

Man mano che verranno documentate nuove osservazioni, gli astronomi saranno in grado di riempire questo immenso spazio lasciato ancora vuoto.

Fonte: Universetoday Monthly Notice

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