Negli ultimi 43 anni l’Artico si è riscaldato quasi quattro volte più velocemente rispetto alla media globale, dice uno studio pubblicato su Nature.

Ci sono zone del nostro pianeta in cui gli effetti del cambiamento climatico causato dall’uomo sono più veloci. È il caso, ad esempio, dell’Artico, dove secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, negli ultimi 43 anni le temperature sarebbero aumentate 4 volte più velocemente rispetto alla media globale. Che è molto più di quanto ci aspettassimo.

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Il ghiaccio in Groenlandia. Credit: unsplash

L’amplificazione artica

Gli scienziati la chiamano amplificazione artica ed è un meccanismo che d’estate amplifica letteralmente gli effetti del riscaldamento globale sull’Artico. Quando aumentano le temperature, infatti, il ghiaccio marino tende a sciogliersi più rapidamente: questo meccanismo espone una più grande superficie dell’oceano alla luce del sole. Le calotte di ghiaccio riflettono molta luce e questo contribuisce ad abbassare la temperatura dell’acqua. Ma se c’è meno ghiaccio, questo effetto si annulla e dato che l’acqua non riflette altrettanta luce, ma ne assorbe l’energia, l’oceano si riscalda più rapidamente. A quel punto più acqua si scalda, più ghiaccio marino si scioglie.

È una cosa che gli scienziati sapevano già, ma non con queste dimensioni. Nello studio è stata presa in esame tutta la zona a nord del Circolo polare artico. Risultato? Le temperature stanno aumentando sempre più velocemente dove non ci si aspettava, ovvero nel mare di Barents, a nord della Norvegia e della Russia. Quella zona si sarebbe riscaldata addirittura sette volte più velocemente rispetto alla media globale. Tra gli effetti collaterali ci sono, come al solito, l’innalzamento del livello dei mari e lo scioglimento del permafrost, che rilascia anidride carbonica, metano e batteri nell’atmosfera: non proprio elementi di cui il nostro pianeta ha bisogno in un momento come questo.

Riferimenti: Nature

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