Ritenute dagli antichi portatrici di sventure, lo studio delle comete è oggi fondamentale per la conoscenza della nostra storia passata

In passato le popolazioni erano spaventate dalle comete: le identificavano come stelle dai capelli lunghi che apparivano nel cielo senza preavviso. Gli astronomi cinesi hanno conservato numerosi documenti per secoli, tra cui illustrazioni di comete con differenti tipi di code e con differenti posizioni nel cielo (durata inclusa). Queste testimonianze sono una risorsa preziosa, oggi, per gli astronomi. Sappiamo che le comete sono “gli avanzi” del nostro sistema solare: risalgono a circa 4,6 miliardi di anni fa. Sono state definite “palle di neve sporche” e possono fornire importanti indizi sulla formazione proprio del nostro sistema solare. Le comete potrebbero aver portato acqua e composti organici, i mattoni della vita, sulla Terra primordiale.

Cometa Swan (C/2020 F8)
Cometa Swan (C/2020 F8). Credit: Gerald Rhemann

Provenienza e classificazione delle comete

Esiste una fascia a forma di disco chiamata fascia di Kuiper (teorizzata proprio dall’astronomo Gerard Kuiper nel 1951) di corpi ghiacciati oltre Nettuno, dove una “popolazione” di comete orbita attorno al Sole nel regno di Plutone. Questi oggetti ghiacciati occasionalmente, spinti dalla gravità, si avvicinano al Sole, diventano le cosiddette “comete di breve periodo“. Impiegano meno di 200 anni per orbitare attorno alla nostra stella: in molti casi la loro orbita è prevedibile perché già conosciuta. Meno prevedibili sono “le comete di lungo periodo“, molte delle quali arrivano da una regione chiamata Nube di Oort situata a circa 100.000 unità astronomiche dal Sole (cioè circa 100.000 volte la distanza tra Terra – Sole). Possono impiegare fino a 30 milioni di anni per completare un’orbita intorno alla nostra stella.

Caratteristiche delle comete

Ogni cometa ha una piccola parte congelata chiamata nucleo, non più larga di qualche chilometro. Esso contiene blocchi ghiacciati, gas congelati e frammenti di polvere. Una cometa si riscalda avvicinandosi al Sole e sviluppa una chioma. Il calore del Sole fa sì che i ghiacci della cometa si trasformino in gas e dunque la chioma si ingrandisce fino a centinaia di migliaia di chilometri. Il vento solare soffia via la polvere e il gas della chioma formando una lunga e luminosa coda.

Le comete in realtà sviluppano due code: una di polvere e una di ioni (gas). La maggior parte orbita ad una distanza di sicurezza dal Sole: ad esempio il perigeo della cometa di Halley è ad 89 milioni di chilometri dalla nostra stella. Tuttavia alcune comete si “schiantano” direttamente contro il Sole o si avvicinano così tanto da rompersi ed evaporare.

La coda della cometa Lovejoy ripresa dalla Stazione Spaziale Internazionale. Credit:NASA/Dan Burbank

Come le comete prendono il nome

Le comete in genere prendono il nome dal loro scopritore: una persona o un veicolo spaziale. Questa linea guida dell’Unione Astronomica Internazionale è stata sviluppata solo nel secolo scorso. Ad esempio, la Shoemaker-Levy 9 è stata battezzata così perché fu scoperta da Eugene e Carolyn Shoemaker e David Levy. Poiché le sonde sono molto efficaci nello scoprire nuove comete, molte prendono proprio il loro nome (ad esempio LINEAR, SOHO o WISE).

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Riferimenti: