L’universo contiene un numero impressionante di stelle, ma gli scienziati potrebbero averne sottostimato la quantità. Le nuove scoperte della NASA.

La NASA sta cercando prove dell’esistenza di nuove stelle che potrebbero essersi perse nell’ultimo conteggio effettuato dagli scienziati. Non è l’incipit di un film di fantascienza, ma l’ultima missione dell’Agenzia Spaziale Americana: grazie all’utilizzo di un razzo-sonda, si proverà a calcolare il numero approssimativo di stelle che compongono l’universo. Ma andiamo con ordine.

La missione CIBER-2
La missione CIBER-2. Credit: NASA
https://www.nasa.gov/feature/goddard/2021/rocket-team-to-discern-if-our-star-count-should-go-way-up

Come si calcola questo numero

Vi sarà capitato di guardare il cielo notturno e perdervi nell’infinità di stelle che lo riempiono. In molti casi avrete anche provato a contarle. Il fatto è che nonostante ce ne siano circa 25mila visibili dalla Terra, dall’altra si tratta solo di una piccola fetta di ciò che c’è veramente là fuori.

Per ottenere una stima approssimativa del numero totale di stelle nell’universo, gli scienziati hanno calcolato il numero medio di stelle che ci sono in una galassia (alcune stime dicono circa 100 milioni, anche se questo numero potrebbe essere 10 volte superiore), e lo hanno moltiplicato per il numero di galassie, pari a circa 2 trilioni (2 miliardi di miliardi, ma anche questo dato è provvisorio).

Questo calcolo ha dato come risultato cento quintilioni di stelle (1 seguito da 21 zeri!). In pratica ci sarebbero più di 10 stelle per ogni granello di sabbia sulla Terra (stimato a circa 7 quintilioni e mezzo). Anche questo numero, però, potrebbe essere sottostimato. Questo calcolo, tra l’altro, presuppone che tutte, o almeno la maggior parte di queste stelle si trovino all’interno delle galassie. Sulla base di recenti scoperte, però, questo potrebbe non essere del tutto vero ed è proprio ciò che la NASA intende scoprire con questa nuova missione.

La missione CIBER-2

Come anticipato all’inizio dell’articolo, uno strumento chiamato CIBER-2 verrà lanciato a bordo di un razzo-sonda. Si tratta di un razzo suborbitale che trasporta numerosi strumenti scientifici per brevi viaggi nello spazio, prima di ricadere sulla Terra per essere recuperato. Una volta che avrà oltrepassato l’atmosfera terrestre, CIBER-2 rileverà una porzione di cielo di circa 4 gradi quadrati (per capirci, la Luna piena occupa circa mezzo grado), che ha al suo interno dozzine di ammassi di galassie. Non conterà le stelle una ad una, ma rileverà il bagliore che si diffonde nel cosmo, noto come luce di fondo extragalattica.

In questa infografica abbiamo messo a confronto tre classi di stelle della nostra galassia: quelle simili al Sole sono classificate come stelle G; quelle più massicce e più fredde invece sono le K, mentre quelle ancor più deboli e fredde sono le nane rosse M.
Credit: NASA/ESA/STScI/Z. Levy
Cos’è il bagliore di fondo

Il bagliore di fondo è la luce totale prodotta nel corso della storia cosmica. Copre un’ampia gamma di lunghezze d’onda, ma CIBER-2 si concentrerà su una piccola porzione chiamata infrarosso cosmico, o CIB. Molti scienziati credono che il CIB provenga dalle nane M e K, i tipi di stelle più comuni nell’universo. Insomma, il metodo della NASA mira a misurare la luce totale emessa dalle stelle nel cosmo, anche da quelle che non abbiamo ancora identificato.

Riferimenti:

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