La sonda Lucy diretta verso gli asteroidi troiani di Giove ha aggiunto alcuni nuovi obiettivi oltre a quelli già selezionati durante la fase di preparazione.

La navicella spaziale Lucy della NASA aggiungerà un altro incontro con un asteroide al suo viaggio tra gli asteroidi della fascia di Giove. Il 1° novembre 2023, Lucy avrà il primo incontro ravvicinato con un piccolo asteroide della fascia principale per condurre un test ingegneristico dell’innovativo sistema di navigazione per il tracciamento degli asteroidi del veicolo spaziale. La missione Lucy sta già battendo alcuni record con la visita di nove asteroidi durante il suo viaggio della durata di 12 anni.

In origine, Lucy non aveva in programma la visita di asteroidi fino al 2025, quando avrebbe raggiunto l’asteroide della fascia principale (52246) Donaldjohanson. Tuttavia, il team di Lucy ha identificato un piccolo asteroide nella fascia principale interna, ancora senza nome e designato 1999 VD57, come un potenziale nuovo e utile obiettivo per la navicella spaziale Lucy.

Un importante test preliminare

Un diagramma del sistema solare, con il Sole un puntino giallo appena fuori centro e le orbite di Mercurio, Venere, Terra e Marte rappresentate da cerchi colorati.  L'orbita blu della missione Lucy si interseca con l'orbita rosa dell'asteroide 1999 VD57.
Questo grafico mostra una vista dall’alto del Sistema Solare che indica la traiettoria della sonda Lucy nell’incontro del 1° novembre con l’asteroide 1999 VD57. Credits: NASA Goddard Space Flight Center

Per la missione sono stati analizzati 500.000 asteroidi con orbite ben definite per vedere se Lucy potesse arrivare abbastanza vicina da osservarne qualcuno, anche da lontano. 1999 VD57 è risultato essere particolarmente attraente poiché la traiettoria di Lucy lo porterà entro 40.000 miglia dall’asteroide, almeno tre volte più vicino del primo asteroide degli obiettivi principali.

Il team di Lucy si è reso conto che, aggiungendo una piccola manovra, il veicolo spaziale sarebbe stato in grado di osservarlo da molto vicino. Quindi, il 24 gennaio, il team lo ha aggiunto ufficialmente al tour di Lucy anche come test ingegneristico del nuovo sistema di tracciamento della navicella spaziale.

Questo nuovo sistema risolve un problema di vecchia data per le missioni flyby: durante l’avvicinamento di un veicolo spaziale a un asteroide, è abbastanza difficile determinare esattamente quanto sia lontano il veicolo spaziale rispetto l’asteroide e in che direzione puntare esattamente le telecamere. In passato, la maggior parte delle missioni flyby ha risolto scattando molte immagini della regione in cui potrebbe trovarsi l’asteroide, il che si traduceva in bassa efficienza e molti scatti di spazio vuoto. Lucy sarà la prima missione flyby a utilizzare questo sistema innovativo e complesso per tracciare automaticamente l’asteroide durante l’incontro. 

1999 VD57 offrirà un’eccellente opportunità per convalidare questa procedura. L’angolo con cui la sonda spaziale si avvicinerà all’asteroide rispetto al Sole, è molto simile agli incontri pianificati con gli asteroidi troiani. Ciò consentirà al team di effettuare una prova generale in condizioni simili con largo anticipo rispetto ai principali obiettivi scientifici del veicolo spaziale.

Rappresentazione artistica della sonda Lucy tra gli asteroidi troiani di Giove. Credit: NASA’s Goddard Space Flight Center/Conceptual Image Lab/Adriana Gutierrez

Questo asteroide non è stato identificato come bersaglio in precedenza perché è estremamente piccolo. Infatti 1999 VD57, che si stima abbia una dimensione di appena 700 metri, sarà il più piccolo asteroide della fascia principale mai visitato da un veicolo spaziale. È molto più simile per dimensioni agli asteroidi vicini alla Terra visitati dalle recenti missioni della NASA OSIRIS-REx e DART che agli asteroidi della fascia principale precedentemente visitati.

Il team Lucy effettuerà una serie di manovre a partire dai primi di maggio 2023 per posizionare la sonda su una traiettoria che transiterà a circa 450 km da questo piccolo asteroide.

Riferimenti: NASA

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