Una visione privilegiata, vi presento l’unico geologo ad esplorare un altro corpo celeste.

La continua ricerca dello straordinario, dell’emozione, dell’epicità di una missione, si scontra con i freddi numeri dell’ingegneria. Per andare sulla Luna i compromessi accettati non avevano fine, si viveva in spazi angusti, e anche le più piccole comodità quotidiane dovevano essere espletate con un certo sacrificio, e dopo il dover sopportare tutto questo c’era pochissimo spazio per il… “sentimento”.

Apollo 17 sulla Luna.
Credit: NASA

Una scelta obbligata.

È ovvio che, gli uomini che hanno messo piede sulla Luna, qualcosa lo abbiano provato, ma per avere una descrizione più “umana” forse ci sarebbe dovuto andare un poeta, o una persona con forte dote comunicativa, gli astronauti scelti per conquistare la Luna erano, principalmente, piloti collaudatori, bravissimi nelle loro mansioni ma, non certo indicati per descrivere il paesaggio selenico che andavano a esplorare.

Taurus Littrow Valley
Apollo 17 – NASA

In parte questo è successo, con Apollo 17, l’ultima missione del programma. Mandarono un vero geologo per sfruttarne al massimo la “visione peculiare” che solo uno scienziato di carriera poteva avere.

Gli obbiettivi di Apollo.

Il programma Apollo prevedeva, inizialmente, di arrivare sulla Luna prima dei Sovietici, e di continuarne l’esplorazione in vista dell’installazione futura di una base permanente.

Per questo, oltre alla storica missione Apollo 11, erano state programmate altre nove missioni, che sarebbero terminate con Apollo 20. Durante le escursioni gli astronauti dovevano raccogliere pietre e sabbie lunari, che avrebbero poi riportato dulla Terra per essere studiate.

Schmitt vicino ad un masso lunare.
Apollo 17 – NASA

Apollo verso la fine.

Le missioni (a parte Apollo 13) andavano avanti quasi di routine, tanto che ormai l’interesse del pubblico era quasi nullo. La corsa contro l’Unione Sovietica era stata vinta, e i costi di ogni missione erano enormi.

Il governo USA decise di tagliare le missioni 18-19-20, e decretò che l’ultima sarebbe stata la 17.

Patch ufficiale di Apollo 17.
Credit NASA

La geologia lunare.

Gli astronauti del programma Apollo erano addestrati per pilotare nello spazio, il loro compito principale era quello di andare e tornare dalla Luna, ma questo, da solo, non giustificava i costi dei voli, quindi dovevano raccogliere campioni lunari con attenzione, era imperativo conoscere meglio il passato geologico del nostro satellite.

Campioni lunari riportati dalle missioni Apollo.
Credit: NASA

Schmitt, da istruttore ad astronauta.

Uno degli istruttori a Terra era Harrison Schmitt, classe 1935, con un PhD in Geologia ottenuto alla Università di Harvard nel 1964.

Il suo compito era di insegnare agli astronauti i principali rudimenti di un geologo, ovvero il saper riconoscere le rocce lunari di maggior interesse. Solo che non era possibile comprimere anni di studio in pochi mesi di addestramento, e gli astronauti inoltre, avevano un duro addestramento per il volo sulla Luna.

Il primo e unico volo nello spazio.

Schmitt era riserva per Apollo 15, e candidato per la 18. Visto il cancellamento delle ultime tre missioni, la comunità scientifica fece pressione alla NASA per inviare uno scienziato con l’ultima missione programmata, la 17. Era un’occasione unica per aumentare il livello di conoscenza del suolo lunare, così Schmitt prese il posto del pilota di modulo lunare Joe Engle.

Schmitt e Cernan (comandante di Apollo 17) durante i test a terra.
Credit: NASA

In volo con il Saturno V.

Questa scelta non fu presa benissimo da Gene Cernan, comandante di missione, lui si era addestrato con Engle, loro erano piloti militari, contava su quel cameratismo in cui avevano fiducia, “si capivano” al volo.

Schmitt invece non aveva una formazione militare, era uno scienziato, più riservato, e questo a Cernan non piaceva molto ma, alla NASA dissero che se non accettava perdeva la Luna. Ovviamente Cernan disse di sì, l’occasione era unica.

Il lancio in notturna.

Apollo 17 fu l’unica missione ad essere lanciata di notte, questo in parte fu dovuto ad un ritardo tecnico di quasi tre ore sull’orario previsto, il lancio illuminò l’area a giorno per svariati chilometri.

Il lancio di Apollo 17, e la scia creata dal primo stadio.
Credit: NASA

L’arrivo in orbita lunare.

Dopo circa tre giorni di volo, Apollo 17 arrivava sulla Luna, durante tutto il viaggio gli astronauti avevano volato dentro il buio assoluto, la Luna si trovava tra loro e il Sole. Ci fu un momento in cui anche la solida preparazione dei piloti vacillò un poco, ebbero un po’ di perplessità, chiesero a Houston dove si trovassero, perché non avevano nessun riferimento visivo oltre a quello strumentale. Tutto andava bene, e dopo aver fatto la manovra di inserzione in orbita lunare cominciarono a vedere il profilo della Luna, insieme ad una magnifica alba terrestre.

La Earth Rise vista da Apollo 17 dopo l’inserzione in orbita lunare.
Credit: NASA

Le tre EVA.

La discesa sulla Luna fu eseguita con maestria da Cernan e Schmitt, il quale aveva dimostrato di avere tutti i numeri per essere degno compagno di volo, lo stesso Cernan diede il giusto credito al collega, che non era un militare, ma aveva dimostrato competenze e serietà di altissimo livello.

Fu usato il Rover per compiere oltre 22 ore totali di attività al suolo, con una miriade di esperimenti e il maggior carico di rocce portato a Terra da una missione Apollo.

Schmitt in viaggio sul Rover.
Credit: NASA

Lista esperimenti di Apollo 17

  • un esperimento di misurazione del flusso di calore
  • un misuratore del profilo della forza di gravità
  • un misuratore dell’intensità di direzione della forza di gravità
  • un contatore di impatti di meteore
  • sistemi per la misurazione della quantità di energia elettrica nel suolo lunare
  • sistemi per vari esperimenti di movimento e di forze attive del suolo lunare
  • strumenti per la misurazione dell’atmosfera
  • sensori per la misurazione della radiazione cosmica
  • un sensore ed una fonte per neutroni
  • un transponder per la misurazione dei campi di forza di gravità
  • esperimenti sismici attivi

fonte: Wikipedia

Il geologo fa la differenza.

Aver mandato Schmitt sulla Luna diede ottimi frutti. La sua conoscenza in materia permise di raccogliere campioni di grande interesse, tra cui un terreno arancione, formato da piccole palline di vetro vulcanico, con una età stimata di 3,5 miliardi di anni.

Il terreno arancione dove furono trovate sfere di vetro vulcanico.
Credit: NASA

La fine della missione.

Dopo tre EVA, con oltre 111 kg di campioni raccolti, terminava la missione, Schmitt si è sempre considerato, e a ragione, come il geologo più fortunato al mondo, nessuno oltre a lui ha potuto vedere un ambiente così diverso, ma con altrettante similarità al nostro pianeta Terra. Alcuni campioni da lui raccolti sono rimasti sigillati per oltre 45 anni, e saranno studiati entro il 2022, questa scelta è dovuta al fatto che adesso ci sono strumenti molto più avanzati e sensibili.

I tubi sigillati da oltre 45 anni con i campioni lunari di Apollo 17.
Credit: NASA

È come se avessimo appena visitato la Luna, questi studi serviranno a preparare le prossime missioni lunari, previste a partire dal 2024.

Schmitt con la Terra sullo sfondo.
Credit: NASA

È doveroso concludere celebrando questo esploratore coraggioso. Si! CORAGGIOSO, a differenza degli altri piloti lui non aveva nessuna esperienza di volo, affrontare un addestramento duro come quello per andare sulla Luna era difficile anche per piloti collaudatori professionisti.

Schmitt, al suo primo volo, rimase 3 giorni sulla Luna, con un comportamento impeccabile.

Essere un dottore in geologia,e allo stesso tempo astronauta Apollo non è davvero per tutti.

La stoffa giusta.

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