Il telescopio spaziale James Webb è stato mandato in orbita intorno ad L2 per osservare più lontano di chiunque nell’universo. Ma dove si trova esattamente? Scopriamolo insieme.

Del telescopio spaziale James Webb vi raccontiamo quotidianamente nei nostri articoli. Solo pochi giorni fa ha raggiunto l’orbita dalla quale effettuerà le sue osservazioni nello spazio profondo. NASA ed ESA hanno mandato il telescopio ad una distanza di un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, in orbita intorno ad un punto dello spazio che gli scienziati chiamano L2. Una scelta, questa, per niente casuale. In questo articolo vi spiegheremo le caratteristiche di quest’orbita e il motivo per cui è il punto d’osservazione perfetto per studiare le origini dell’universo.

Punti di Lagrange
I punti di Lagrange in un sistema a tre corpi. Credit: Wikipedia (Creative Commons) https://it.wikipedia.org/wiki/Punti_di_Lagrange#/media/File:Lagrange_points2.svg

I punti di Lagrange

Del matematico che ne calcolò la posizione ve ne abbiamo parlato qui. Si tratta di Joseph-Louis de Lagrange, scienziato al quale dobbiamo molte scoperte relative alla meccanica analitica. Diciamo subito che esistono cinque punti, nello spazio, in cui due corpi dotati di grande massa (Sole e Terra, per esempio) consentono ad un terzo corpo (il telescopio spaziale James Webb, nel nostro caso) di mantenere una posizione stabile tramite le rispettive interazioni della forza di gravità.

In altre parole, i punti di Lagrange sono posizioni nello spazio in cui un corpo di piccola massa (come un satellite) tende a rimanere fermo rispetto ad altri due molto piú grandi (come la Terra e il Sole). Nei punti di Lagrange, l’attrazione gravitazionale combinata di due grandi masse è esattamente uguale alla forza centripeta richiesta perché un piccolo oggetto si muova nello spazio insieme ad esse. Questi punti nello spazio possono essere utilizzati dai veicoli spaziali per ridurre il consumo di carburante necessario per rimanere in posizione.

Il punto di Lagrange L2 è un ottimo punto per osservare lo spazio, sia per la stabilità dell’illuminazione del Sole che facilita la gestione termica degli strumenti del telescopio (il Webb osserverà nell’infrarosso ed ha bisogno di basse temperature), sia per il puntamento verso lo spazio profondo. In quell’orbita ci sono già alcuni veicoli come il Planck Surveyor, la Wilkinson Microwave Anisotropy Probe, l’Herschel Space Observatory e la sonda GAIA.

Riferimenti: