Domanda che genera curiosità: andiamo alla scoperta delle stelle verdi

Tecnicamente esistono e, se si considera il diagramma HR, si nota come esse coincidano con le stelle bianche. Questo perché il picco della loro emissione è nel verde, ma emettono anche una buona quantità di radiazione nelle altre frequenze del visibile. Il risultato è una somma di contributi da frequenze su tutta la banda del visibile, che ha come risultato il bianco (ovvero la somma di tutti i colori).

In dettaglio

Per essere più precisi, partiamo dal fatto che i nostri occhi sono in grado di rilevare onde elettromagnetiche con frequenze nella cosiddetta “finestra del visibile“, ovvero le frequenze comprese tra il rosso (a circa 400 THz) al Blu (a circa 650 THz), “traducendole” in segnali luminosi per il cervello. Il Verde si trova esattamente in mezzo a questi due estremi.

Nel diagramma in figura, è mostrata l’intensità con cui una stella emette a diverse temperature. In particolare, la curva associata alla temperatura “6000 K” rappresenta bene come emetterebbe una stella verde. Come si nota, il picco è si nel verde, ma l’emissione alle frequenze immediatamente maggiori e minori (ovvero in tutta la finestra del visibile) rimane comunque alta. Come risultato, tutte le frequenze comprese tra il rosso e il blu arrivano al nostro occhio in quantità non trascurabile, dando come risultato il bianco. Si tratta quindi di una conseguenza di due fattori:

  1. Il modo in cui il nostro cervello legge i segnali luminosi;
  2. Il modo in cui la radiazione elettromagnetica viene emessa da un oggetto (in questo caso specifico le stelle) a una data temperatura.

Credit immagine di copertina NASA and ESA, Acknowledgment: M. Weisskopf/Marshall Space Flight Center

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