Sedna è un distante oggetto transnettuniano noto soprattutto per la sua orbita altamente ellittica che impiega ben 11.390 anni per completare un giro attorno al Sole. Sedna si trova in viaggio verso il perielio (il suo punto più vicino al Sole) che raggiungerà nel 2076 per poi tornare di nuovo nelle profondità dello spazio e non fare ritorno per millenni, rendendo un prossimo sorvolo un’opportunità irripetibile di studiare un oggetto proveniente dai confini remoti del nostro sistema solare.

90377 Sedna, o semplicemente Sedna, è stato scoperto nel 2003 dall’astronomo del Caltech Mike Brown e dal suo team, e faceva parte di una serie di potenziali pianeti nani (insieme a corpi di dimensioni simili come Haumea, Makemake ed Eris) la cui scoperta ha portato al declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano nel 2006. In base alle complicate osservazioni sino ad oggi effettuate, Sedna presenta circa le stesse dimensioni di Cerere, l’oggetto più grande nella fascia degli asteroidi, ma la sua composizione e le sue origini sono molto diverse. La sua composizione chimica suggerisce che potrebbe essere ricoperto di composti organici rossastri noti come “toline”, lo stesso materiale osservato su Plutone e altri oggetti della fascia di Kuiper. A differenza di Plutone, Sedna è troppo freddo perché l’abbondante metano sulla sua superficie possa evaporare e ricadere sotto forma di neve ma potrebbe sviluppare un’atmosfera di azoto grazie al suo avvicinamento al Sole.

A oggi non ci sono ancora missioni a Sedna in lavorazione, ma gli astronomi hanno iniziato a progettare una proposta da presentare come Mission of Opportunity per il programma Explorer della NASA poiché la data di lancio ideale per questa missione si sta avvicinando rapidamente: due delle migliori finestre di lancio sono in arrivo nel 2029 e nel 2034.

Sedna
Rappresentazione artistica di Sedna. Credits: NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (SSC-Caltech)

Il misterioso Sedna

Ciò che distingue davvero Sedna dagli altri pianeti nani conosciuti è la sua enorme orbita che lo porta verso il bordo interno della nube di Oort, la regione più lontana del Sistema Solare, dove si nascondono le comete di lungo periodo. Diverse teorie hanno cercato di spiegare come Sedna sia finito in questa posizione e quella di più alto profilo è la possibilità che un nono pianeta ancora sconosciuto, forse dieci volte più grande della Terra, abbia interrotto l’orbita di Sedna e lo abbia spinto via insieme a molti altri oggetti in presenti in queste orbite molto allungate. Visitare Sedna non risolverà forse questo particolare mistero, ma ci dirà molto sulla composizione di questi oggetti transnettuniani così estremi.

Raggiungere Sedna con una navicella spaziale non sarà un compito semplice. Anche al suo massimo avvicinamento, Sedna arriverà solo a circa 76 AU dal Sole (1 AU = 150.000.000 km). Per fare un confronto, Nettuno si trova a circa 30 AU e le missioni Voyager, lanciate nel 1977, si trovano in questi momento rispettivamente 150 e 125 AU. Ciò significa che il momento del lancio deve avvenire al più presto, piuttosto che dopo le finestre favorevoli, e le navicelle Voyager sono un’ottima ispirazione da cui trarre idee per questa missione.

Le Voyager avevano infatti approfittato di un fortunato allineamento dei pianeti per fare lungo tour del Sistema Solare esterno, sfruttando la spinta di Giove per prendere velocità e raggiungere gli obiettivi più distanti. E ci vorranno fionde gravitazionali simili per rendere gestibile il viaggio verso Sedna.

Un team di scienziati guidato da Vladislav Zubko dell’Istituto di ricerca spaziale dell’Accademia delle scienze russa ha così recentemente studiato una serie di possibili traiettorie verso Sedna, favorendo una data di lancio del 2029 come opzione più fattibile.

La traiettoria del 2029 porterebbe infatti la navicella spaziale prima su Venere, poi di nuovo sulla Terra (due volte) prima di attraversare Giove sulla strada per Sedna con una durata di volo di 20 anni e più probabilmente entro i 30. Il tempo di volo più lungo consentirebbe di aumentare l’altitudine della sonda spaziale durante la fionda gravitazionale presso Giove riducendo il tempo di esposizione alle radiazioni nocive del gigante gassoso.

Sedna
L’orbita del pianeta nano candidato 90377 Sedna (rosso) rispetto ai pianeti esterni e a Plutone. Legenda delle orbite: Sedna (rosso), Giove (arancione), Saturno (giallo), Urano (verde), Nettuno (blu) e Plutone (viola). Credits:  NASA / JPL-Caltech / R. Hurt

Un piano di volo di 30 anni significherebbe anche sorvolare Sedna più lentamente, consentendo più tempo per raccogliere dati sull’oggetto. La scelta di questa opzione darebbe alla sonda una velocità relativa di 13,70 km/s al passaggio di Sedna, paragonabile alla velocità con cui la New Horizons si è avvicinata a Plutone nel 2015.

E come bonus, questa traiettoria porterebbe anche il veicolo spaziale vicino a un asteroide di 145 km di diametro chiamato Massalia, fornendo al team un ulteriore obiettivo scientifico da studiare nonché la possibilità di testare i sistemi del veicolo spaziale prima dell’incontro con Sedna.

Una seconda traiettoria proposta dal team consisterebbe in un lancio nel 2034 e fornirebbe un simile sorvolo aggiuntivo, questa volta dell’asteroide metallico 16 Psyche.

Al momento non è chiaro se una missione a Sedna raggiungerà effettivamente il trampolino di lancio viste tutte le missioni previste nel prossimo decennio, ma poiché è la nostra unica possibilità per i prossimi 11.000 anni è certo che l’idea verrà tenuta in considerazione.

Riferimenti:

Passione Astronomia consiglia...
  • Periodo di prova gratuito ad Amazon Kindle Unlimited grazie a Passione Astronomia clicca qui
  • Lo store astronomico clicca qui
  • Passione Astronomia partecipa al Programma Affiliazione Amazon EU, che consente ai siti di percepire una commissione pubblicitaria pubblicizzando e fornendo link al sito Amazon.it