Una supernova recentemente osservata dal telescopio spaziale James Webb potrebbe essere la chiave per scoprire il tasso di espansione dell’universo.

Una supernova recentemente osservata dal telescopio spaziale James Webb potrebbe essere la chiave per scoprire il tasso di espansione dell’Universo. Si chiama SN H0pe, una macchia di luce distorta proveniente da una galassia la cui luce ha viaggiato per poco più di 10 miliardi di anni per raggiungerci. Si tratta della seconda supernova più distante mai osservata. È una supernova la cui luminosità viene utilizzata per misurare la velocità con cui l’Universo si sta espandendo.

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A che velocità si espande l’universo?

Sappiamo che l’Universo si sta espandendo a un ritmo accelerato, ma gli scienziati non sono in grado di capire quale sia questo tasso, oltre un certo intervallo. Esistono due metodologie principali utilizzate per calcolarlo. La prima ci dà un tasso di espansione di circa 67 chilometri al secondo per megaparsec. Il secondo metodo dà come risultato 73 chilometri al secondo per megaparsec.

Il primo si basa sull’osservazione delle supernove o delle Cefeidi. Se conosci la loro luminosità, puoi calcolare quanto sono lontane: le supernove di tipo Ia raggiungono tutte il picco della stessa luminosità. Il problema è che oltre una certa distanza, piccoli oggetti come singole stelle e persino supernove sono molto difficili da vedere, il che rende questo sistema inadeguato per misurare il tasso di espansione dell’Universo nel suo complesso. Ma c’è un’eccezione: la lente gravitazionale.

Viene creata da un oggetto di grande tale da curvare lo spazio-tempo. Pensa a una palla da bowling su un trampolino: la boccia è la massa, il tappeto elastico è lo spazio-tempo. Qualsiasi luce che viaggia attraverso quello spazio-tempo curvo deve viaggiare lungo un percorso curvo. Tra gli effetti di questo meccanismo c’è l’ingrandimento, la distorsione e la moltiplicazione di una determinata sorgente luminosa.

Il tasso di espansione dell’universo

I dati ottenuti durante le osservazioni hanno rivelato una galassia la cui luce era riflessa da un enorme ammasso di galassie in primo piano. Tali osservazioni hanno rivelato tre punti luminosi che non erano altro che una supernova di tipo Ia. Ora, gli scienziati parlano da decenni della possibilità di utilizzare la l’effetto lente gravitazionale per misurare la costante di Hubble. Non abbiamo ancora il risultato di questi calcoli. Questo è solo il primo di futuri studi che ci porteranno a calcolare con estrema certezza il tasso di espansione dell’universo.

Riferimenti: Science Alert