A marzo i dati di del satellite Sentinel-5P avevano rilevato un buco dell’ozono di sei milioni di chilometri quadrati proprio in Artide

Le rilevazioni del satellite Sentinel-5P, dal 9 marzo all’1 aprile 2020, avevano rilevato il più grande buco dell’ozono finora registrato proprio sull’Artide (circa sei milioni di chilometri quadrati) causato dal freddo intenso e dal vortice polare. Il più noto buco nell’ozono antartico è attualmente ai minimi storici. L’Artide è la regione geografica dell’emisfero boreale della Terra, circostante il Polo nord e che si contrappone all’Antartide.

Monitoraggio della situazione in Artide dal 12 Novembre al 20 Aprile

Ora il buco dell’ozono artico è prossimo alla chiusura. Aveva creato molta preoccupazione nella comunità scientifica vista la sua estensione (era già successo in passato ma non era mai arrivato ad avere queste dimensioni). Si sta chiudendo grazie alle elevate temperature registrate proprio in Artide nell’ultimo periodo (temperature superiori ai 20° C). La conferma si è avuta grazie al Servizio di monitoraggio atmosferico della rete europea Copernicus e, nonostante il previsto rafforzamento del vortice polare, non dovrebbe più riaprirsi per il momento.

L’importanza dello strato di ozono

Lo strato di ozono ci protegge dai raggi ultravioletti ed è fondamentale per la vita sulla Terra. Ricordo che grazie all’approvazione nel 1987 del “Protocollo di Montreal“, il trattato internazionale che ha messo al bando l’uso di sostanze chimiche, si sono ottenuti risultati enormi per quanto riguarda la diminuzione dell’estensione di quello antartico.

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