La missione BepiColombo ha effettuato il terzo dei sei sorvoli previsti di Mercurio scattando nuove immagini.

La missione BepiColombo ha effettuato lo scorso 19 Giugno il terzo sorvolo di Mercurio dall’inizio della missione. Durante l’incontro ravvicinato della scorsa notte, la telecamera di monitoraggio 3 ha scattato decine di immagini del pianeta roccioso. Le immagini, che forniscono istantanee in bianco e nero con una risoluzione di 1024×1024 pixel, sono state scaricate nelle ultime ore e rilasciate dall’ESA. Il punto di maggior avvicinamento è avvenuto alle 21:34 ora italiane del 19 giugno 2023, a circa 236 km sopra la superficie sul lato notturno del pianeta.

Il terzo sorvolo di Mercurio

Vista di Mercurio
Immagine ravvicinata di Mercurio. Credit: ESA/BepiColombo/MTM

Mentre la sonda si avvicinava al lato notturno del pianeta, alcune caratteristiche hanno iniziato ad apparire tra le ombre circa 12 minuti dopo il punto più vicino, quando BepiColombo si era allontanata a circa 1800 km dalla superficie. La superficie del pianeta si è illuminata in modo ottimale per l’imaging dopo i 20 minuti corrispondente a una distanza di circa 3500 km e oltre. Tra queste sono visibili una miriade di caratteristiche geologiche, tra cui un cratere con un nuovo nome.

Si tratta di grande cratere da impatto ad anello largo 218 km e visibile appena sotto a destra dell’antenna nelle due immagini più vicine. Gli è stato assegnato il nome “Manley” dal Working Group for Planetary System Nomenclature dell’Unione Astronomica Internazionale in onore dell’artista giamaicana Edna Manley (1900-1987).

Sarà di interesse per gli scienziati di BepiColombo nei prossimi anni perché ha mostrato contenere materiale scuro che potrebbero essere i resti della prima crosta ricca di carbonio di Mercurio. Inoltre, il fondo del bacino al suo interno è stato inondato da lava liscia, a dimostrazione della prolungata storia di attività vulcanica di Mercurio.

Sebbene non sia evidente in queste immagini di sorvolo, la natura del materiale oscuro associato a al cratere Manley sarà esplorata ulteriormente da BepiColombo dall’orbita. Cercherà di misurare quanto carbonio contiene e quali minerali sono associati ad esso, al fine di saperne di più sulla storia geologica di Mercurio.

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Scarpate serpeggianti

Vista di Mercurio
Mercurio ripreso dalla sonda BepiColombo. Credit: ESA/BepiColombo/MTM

Nelle due immagini più vicine si può vedere uno dei più spettacolari sistemi di spinta geologica del pianeta vicino al terminatore del pianeta, appena in basso a destra dell’antenna della navicella. La scarpata, chiamata Beagle Rupes, è un esempio di una delle tante scarpate lobate di Mercurio, caratteristiche tettoniche che probabilmente si sono formate a seguito del raffreddamento e della contrazione del pianeta, che ha fatto sì che la sua superficie diventasse rugosa come una mela secca.

La Beagle Rupes è stata vista per la prima volta dalla missione Messenger della NASA durante il suo sorvolo iniziale del pianeta nel gennaio 2008. Ha una lunghezza totale di circa 600 km e attraversa un caratteristico cratere allungato chiamato Sveinsdóttir.

La scarpata delimita una lastra di crosta di Mercurio che è stata spinta verso ovest di almeno 2 km sopra il terreno adiacente. La Beagle Rupes curva all’indietro a ciascuna estremità in maniera più pronunciata rispetto alla maggior parte delle altre osservate su Mercurio. Inoltre, molti bacini d’impatto vicini sono stati inondati da lave vulcaniche, rendendo questa regione affascinante per gli studi successivi di BepiColombo.

La complessità della topografia è ben rappresentata, con ombre accentuate in prossimità del confine tra giorno e notte, che forniscono un’idea delle altezze e delle profondità delle varie caratteristiche.

I membri del team di imaging di BepiColombo stanno già conducendo un vivace dibattito sulle relative influenze del vulcanismo e del tettonismo che modellano questa regione. La complessa interazione tra queste scarpate ci mostra che quando il pianeta si è raffreddato e si è contratto ha causato lo scivolamento della crosta superficiale, creando una varietà di caratteristiche curiose che osserveremo più in dettaglio una volta in orbita.

Verso il prossimo sorvolo

Vista di Mercurio
Mercurio ripreso dalla BepiColombo durante l’allontanamento. Credit: ESA/BepiColombo/MTM

Durante l’allontanamento è stata ripresa da BepiColombo una sequenza di ulteriori immagini che saranno scaricate nel corso dei prossimi giorni. Oltre alle immagini, numerosi strumenti scientifici sono stati accesi e operativi durante il sorvolo, rilevando l’ambiente magnetico, plasmatico e particellare intorno alla navicella, da posizioni normalmente non accessibili durante una missione orbitale.

La superficie fortemente craterizzata di Mercurio registra una storia di 4,6 miliardi di anni di bombardamenti di asteroidi e comete, che insieme a curiosità tettoniche e vulcaniche uniche aiuteranno gli scienziati a svelare i segreti del ruolo del pianeta nell’evoluzione del Sistema Solare.

Il prossimo sorvolo del Mercury di BepiColombo avverrà il 5 settembre 2024, ma nel frattempo c’è molto lavoro da svolgere per i team. La missione entrerà presto in una parte molto impegnativa del suo viaggio, aumentando gradualmente l’uso della propulsione elettrica solare attraverso ulteriori periodi di accensione chiamati “archi di spinta” per frenare continuamente contro l’enorme attrazione gravitazionale del Sole. Questi archi di spinta possono durare da pochi giorni fino a due mesi, con gli archi più lunghi interrotti periodicamente per ottimizzare la navigazione e la manovra.

La prossima sequenza avrà luogo all’inizio di agosto e durerà circa sei settimane.

Riferimenti: ESA