Famoso per la sua accuratezza, il calendario Maya è da tempo sinonimo di misteri e fine del mondo. Un recente scavo in Guatemala ha rivelato tracce antichissime di scrittura e geroglifici Maya.

Presso lo scavo di San Bartolo, nel nord del Guatemala, ci sono i resti di un complesso architettonico Maya. È costituito da una piramide, un tempio e una tomba. Gli archeologi lo hanno soprannominato “Las Pinturas”. Nome azzeccato, considerando che le pareti della struttura sono ricoperte da murales raffiguranti la mitologia Maya.

Ebbene, già nel 2001 un gruppo di ricercatori aveva datato questo sito attorno al 100 a.C. Tuttavia, una recente indagine di tutto il complesso ha portato alla luce un’altra serie di immagini che sarebbero ancora più antiche. Non proprio dei veri e propri murales, ma scritture geroglifiche vere e proprie. Sono state datate fra il 300 e il 200 a.C., il che li rende i primi esempi conosciuti di scrittura mesoamericana.

Il sito archeologico di San Bartolo, in Guatemala. Credit: Wikipedia

Cosa dicono i geroglifici sul calendario Maya

Tra questi geroglifici ce n’erano alcuni etichettati come “7 cervi”. Abbiamo intercettato il professor David Stuart, docente di arte e scrittura mesoamericana all’Università del Texas, autore dell’articolo pubblicato su Science Advances che riguarda proprio questa scoperta. Secondo Stuart, questi “7 cervi” rappresentano una data specifica del calendario Maya e questo li rende la più antica testimonianza del calendario in quella regione.

Un glifo, in particolare, ha catturato l’attenzione degli archeologi, e non solo perché più grande degli altri. Mostra la testa di quello che sembra un cervo, sopra la quale ci sono una barra e un punto. Due simboli che rappresentano il numero 7. Il conteggio di 260 giorni era quello tradizionale utilizzato nell’antica Mesoamerica, utilizzato fino ad oggi da alcune comunità indigene del Messico e del Guatemala.

Come spiega Stuart, i cervi erano usati per rappresentare il settimo giorno durante il periodo pre-classico, che durò fino al 200 d.C. Poi i Maya sostituirono l’immagine con quella di una mano (un pollice e un indice che si toccano). Tale cambiamento potrebbe essere dovuto al fatto che, foneticamente, le parole cervo (chij) e mano (chi) erano molto simili. I test al radiocarbonio hanno datato i geroglifici fra il 300 e il 200 a.C., portando gli autori dello studio a credere che il glifo (la testa di cervo) potesse rappresentare la fase iniziale dello sviluppo della scrittura nel calendario Maya.

Riferimenti: https://bigthink-com.translate.goog/the-past/mayan-calendar-hieroglyphs/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc