Ecco una delle possibili soluzioni al “paradosso di Fermi”: perché, se ci sono miliardi di stelle e pianeti nell’universo, nessuno si è ancora fatto vivo?

L’universo, si sa, è pieno di galassie, stelle e pianeti. Gli astronomi ne scoprono centinaia di migliaia ogni giorno e questo la dice lunga su quanto la nostra possa non essere l’unica civiltà intelligente nel cosmo. Uno dei primi a domandarsi perché, se abbiamo scoperto così tanti pianeti, nessuno si sia ancora fatto vivo, è stato Enrico Fermi. Del suo “paradosso” ne abbiamo già parlato più nel dettaglio qui. Oggi cercheremo di analizzare una delle possibili soluzioni, che presuppone che gli alieni esistano, ma che siano troppo lontani da noi per poterli “scoprire”. Cerchiamo di capirci qualcosa in più.

alieni
Gli alieni esistono? Credit: pixabay

Gli alieni esistono, ma l’universo è vasto

Per provare a comprendere quanto l’universo sia grande, vi basta considerare che la velocità della luce impiega oltre 2 milioni di anni per arrivare dalla galassia più vicina alla Via Lattea. Un tempo impressionante che ci mette in condizione di dire: sì, qualcuno ci sarà pure, ma forse è troppo lontano nello spazio e nel tempo per “scoprirlo” con gli strumenti che abbiamo. Una soluzione, questa, che però implica qualcosa di tremendamente inquietante: probabilmente siamo soli, nella nostra galassia. In realtà stime meno pessimistiche (l’equazione di Drake, di cui abbiamo parlato qui) affermano che ci sarebbero comunque almeno 600 civiltà intelligenti all’interno della Via Lattea.

Leggi pure: com’è la Terra vista dallo spazio profondo?

Altra opzione che possiamo considerare, il fatto che magari civiltà evolute esistano ma che non abbiano ancora trovato il modo di comunicare con noi. D’altronde due civiltà vicine nello spazio, ma separate da un certo lasso temporale a livello tecnologico, potrebbero non sapere mai l’esistenza dell’una e dell’altra. In altre parole: se gli alieni vivessero ancora in quella che per loro è la “preistoria”, non avremmo modo di intercettarne segnali radio o un’altra forma di messaggio tecnologico. Certo è che l’assenza di riscontri elettromagnetici in decenni di ricerche con gli esperimenti del SETI, non fanno presagire nulla di buono.

Riferimenti: Wikipedia

Ciao,

ci auguriamo che l’articolo ti sia piaciuto e abbia soddisfatto le tue aspettative. A Passione Astronomia lavoriamo come abbiamo sempre fatto: cercando di spiegare le cose come stanno e raccontare le storie più interessanti, cercando di coinvolgere e informare le persone perché queste siano più consapevoli. Cercando di fare informazione e di lavorare contro la propaganda vuota o ingannevole di chi non crede nell’autorevolezza della scienza.

Questo lavoro non finisce qui. Anzi, servirà ancora di più, negli anni a venire e servirà farlo con l’aiuto di tutte e di tutti. Puoi abbonarti a Passione Astronomia e contribuire da protagonista a questo progetto.

Abbonati!