È una delle possibili soluzioni al paradosso di Fermi: pianeti come la Terra sarebbero estremamente rari, nell’universo. Ecco perché.

Del paradosso di Fermi ne abbiamo già parlato in svariati altri articoli. Enrico Fermi si chiese perché, se nell’universo ci sono miliardi di stelle e pianeti, nessuno fosse ancora entrato in contatto con noi. Quel “dove sono tutti?” ci porta quindi a chiederci se la vita per come la conosciamo non sia cosa rara, nell’universo. A tal proposito una delle possibili soluzioni al paradosso afferma proprio che lo sviluppo della vita su un pianeta come la Terra, in un sistema solare come il nostro e in una galassia come la Via Lattea sia un’eventualità estremamente rara. Ergo, potremmo davvero essere soli, nell’universo.

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Potremmo essere soli, nell’universo. Credit: unsplash

Da dove arriva l’ipotesi della rarità della vita nell’universo

Facciamo un riepilogo: la vita sulla Terra si è sviluppata su un pianeta roccioso che si trova alla distanza giusta dalla stella in un sistema planetario situato in una galassia a spirale. Bene, se la vita complessa come quella che si è sviluppata sulla Terra può evolversi solo su un pianeta roccioso che si trova alla giusta distanza dalla sua stella madre, allora le forme di vita extraterrestri sono tutt’altro che comuni. Due scienziati di nome Peter Ward e Donald Brownlee affermarono che parecchi fattori dovessero incrociarsi per permettere alla vita di progredire. Ve li elenco.

Innanzitutto non tutte le galassie possono ospitare la vita. Anzi, ci sono regioni galattiche specifiche in cui questo è possibile: si chiamano “zone galattiche abitabili”. E un po’ come accade per la zona abitabile intorno a una stella. Quella galattica dipende sempre dalla distanza rispetto al suo centro. Un pianeta non sarebbe in grado di sostenere la vita in una regione priva di metalli (fondamentali per la formazione dei pianeti rocciosi) o troppo vicina al buco nero supermassiccio al centro della galassia.

Anche la stella madre di un certo pianeta deve avere determinate caratteristiche. La Terra suggerisce che la vita complessa necessiti di acqua allo stato liquido, cosa resa possibile dalla distanza a cui orbita il pianeta dal Sole. Se un pianeta orbitasse a una distanza troppo lontana o troppo vicina le temperature superficiali sarebbero incompatibili con lo stato liquido dell’acqua. Quando poi la stella diventa una nana bianca, la cosiddetta zona abitabile scompare. Stelle giganti più antiche non sarebbero in grado di far sviluppare la vita. D’altronde quando una stella entra nella fase di gigante rossa amplifica il proprio raggio e un pianeta che si trovava in precedenza nella zona abitabile potrebbe non esserci più.

Pianeti vicini e atmosfera

Molto dipende anche dagli altri pianeti intorno a quello su cui dovrebbe svilupparsi la vita. Se Giove fosse stato più vicino alla Terra, le perturbazioni gravitazionali avrebbero potuto influenzarne l’orbita, rischiando di non veder mai crescere alcuna forma di vita sul pianeta. C’è poi la variabile che riguarda le dimensioni di un pianeta su cui potrebbe formarsi la vita. Uno troppo piccolo non riuscirebbe a conservare la propria atmosfera a lungo andare, e la sua superficie rischierebbe di diventare troppo calda o troppo fredda in pochissimo tempo. Se invece fosse troppo grande, al punto da avere un campo gravitazionale perfino superiore a quello terrestre, rischierebbe di attirare troppi corpi celesti verso di sé, come satelliti, asteroidi e altri pianeti.

A proposito di atmosfera, sapete tutti quanto sia importante per la vita sulla Terra. Ci protegge dalle radiazioni dello spazio e dal vento solare. Così come la magnetosfera, che si forma nel nucleo in ferro del pianeta e lo protegge dai raggi cosmici. Se la vita esistesse solo sulla superficie di pianeti con una magnetosfera, allora quel pianeta dovrebbe avere al suo interno elementi radioattivi in grado di sostenere la magnetosfera durante tutto l’arco di formazione della vita.

Tra l’altro il pianeta ideale dovrebbe avere anche elementi nell’atmosfera che facilitino lo sviluppo di una qualche forma di vita complessa. Le stelle, come sapete, emettono radiazioni ultraviolette, letali per la maggior parte delle specie viventi sulla Terra. Per fortuna, il nostro pianeta ha uno strato di ozono che lo protegge. È l’ossigeno l’elemento principale che costituisce l’ozono: apparve per la prima volta quando le radiazioni UV scomposero le molecole d’acqua nei loro elementi atomici. E quando iniziò a formarsi lo strato di ozono, continuò anche ad aumentare l’ossigeno sul pianeta, permettendo la fotosintesi e lo sviluppo della vita per come la conosciamo.