È stato osservato un sistema di esopianeti circumbinario molto simile al celebre Tatooine della saga di Star Wars.

Un team internazionale di astronomi ha annunciato di aver identificato un nuovo sistema di esopianeti simile a Tatooine, il celebre pianeta di Star Wars. Il sistema è infatti il secondo osservato a essere circumbinaro, ovvero a contenere pianeti che orbitano attorno a due stelle al centro anziché a una sola, a differenza del nostro Sistema Solare. La scoperta, guidata dai ricercatori dell’Università di Birmingham, è riportata nel numero odierno della rivista Nature Astronomy.

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Il pianeta appena scoperto si chiama BEBOP-1c, dal nome del progetto che ha raccolto i dati, l’acronimo di Binaries Escort By Orbiting Planets, ed è catalogato come TOI-1338.

Il sistema circumbinario

Tatooine
Le due stelle osservate dalla superficie di Tatooine nel primo film di Star Wars. Credits: Disney/Lucasfilm

Nel 2020 l’esopianeta TOI-1338b era stato scoperto nello stesso sistema utilizzando i dati del telescopio spaziale TESS della NASA, a cui ha contribuito anche il team di Birmingham. Quel pianeta venne scoperto con il metodo del transito e fu notato perché passò più volte davanti alla più luminosa delle due stelle. Il metodo del transito ci ha permesso di misurare le dimensioni di TOI-1338b, ma non la sua massa, che è il parametro fondamentale del pianeta.

Il team BEBOP stava già monitorando questo sistema utilizzando un altro metodo di rilevamento all’epoca, chiamato metodo Doppler. Questo metodo, chiamato anche metodo dell’oscillazione, o metodo della velocità radiale, si basa sulla misurazione accurata della velocità delle stelle.

Utilizzando strumenti all’avanguardia installati su due telescopi situati nel deserto di Atacama in Cile, il team ha tentato di misurare la massa del pianeta notato da TESS. Nonostante i loro migliori sforzi e anni di lavoro, il team non è riuscito a raggiungere questo obiettivo, ma grazie ai dati raccolti ha scoperto un secondo pianeta, BEBOP-1c e ne ha misurato la massa.

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Pianeti rari

Illustrazione artistica di un ipotetico pianeta attorno al sistema stellare binario di Kepler-35A e B. Credits: NASA/JPL-Caltech

Finora sono noti solo 12 sistemi circumbinari, e questo è solo il secondo che ospita più di un esopianeta. BEBOP-1c ha un periodo orbitale di 215 giorni e una massa 65 volte più grande della Terra, che è circa cinque volte inferiore alla massa di Giove. Nonostante le osservazioni siano state interrotte dalla pandemia di COVID quando i telescopi in Cile hanno chiuso per sei mesi durante una parte critica dell’orbita del pianeta, il rilevamento è stato recuperato lo scorso anno quando quella parte dell’orbita è diventata di nuovo osservabile.

Al momento sono noti solo due esopianeti nel sistema circumbinario TOI-1338/BEBOP-1, ma altri potrebbero essere identificati in futuro, con osservazioni simili a quelle effettuate dal team. Sebbene rari, gli esopianeti circumbinari sono importanti per spingere la comprensione di ciò che accade quando viene creato un pianeta.

I pianeti nascono in un disco di materia che circonda una giovane stella, dove la massa si raccoglie progressivamente in pianeti. Nel caso delle geometrie circumbinarie, il disco circonda entrambe le stelle. Poiché entrambe le stelle orbitano l’una intorno all’altra, si comportano come una pagaia che disturba il disco vicino a loro e impedisce la formazione dei pianeti tranne che nelle regioni silenziose e lontane dal sistema: per questo è più facile individuare la posizione e le condizioni di formazione dei pianeti nei sistemi circumbinari rispetto alle singole stelle come il Sole.

Il team non conosce ancora le dimensioni di BEBOP-1c, ma solo la sua massa, tuttavia i ricercatori tenteranno ora di utilizzare il metodo del transito per misurare le dimensioni di BEBOP-1c. Nonostante non abbia rilevato il pianeta interno, TOI-1338b, il team è stato in grado di porre rigidi limiti superiori alla sua massa, risultata molto particolare, che rende questo pianeta ottimale per ulteriori studi con il telescopio spaziale James Webb e potrebbe rivelare l’ambiente chimico in cui si è formato questo raro pianeta.

Riferimenti: EurekAlert, University of Birmingam