L’intenso campo magnetico di Giove ha creato una forte area vicino all’equatore chiamata Grande Macchia Blu.
Il misterioso funzionamento dell’intenso campo magnetico di Giove sta venendo alla luce grazie a un minuscolo getto, sepolto nelle profondità dell’atmosfera del gigante gassoso, che ogni quattro anni sembra fluttuare come un’onda. Per gli scienziati è ancora un mistero su cosa spinga questo getto atmosferico, nuove scoperte hanno rivelato alcuni indizi sui meccanismi invisibili e complessi di un’intensa area di magnetismo vicino all’equatore di Giove, soprannominata la “Grande Macchia Blu”. Questa regione non è di colore blu, come la ben più nota Macchia Rossa, il suo nome deriva dalla scala di colori utilizzata dagli scienziati per costruire le mappe del campo magnetico di Giove.
Il mistero del campo magnetico
A differenza del campo magnetico terrestre, il campo del gigante gassoso non è simmetrico rispetto al suo asse di rotazione: questa asimmetria è così pronunciata, infatti, che la Grande Macchia Blu può persino essere paragonata a un secondo polo sud che spunta dall’equatore del pianeta. Sembra anche che parte della regione venga spazzata verso ovest da un getto, mentre altre parti vengono trascinate dai venti che soffiano verso est.
In un articolo pubblicato mercoledì 6 marzo su Nature, tuttavia, gli scienziati potrebbero aver offerto ulteriori informazioni sulla Grande Macchia Blu. Hanno utilizzato i dati inviati a casa dalla sonda Juno, che attualmente sta indagando su Giove, poiché aveva mappato la Grande Macchia Blu durante una serie di sorvoli mirati condotti durante la sua missione estesa.
Proprio come le onde dell’oceano che cambiano velocità mentre si muovono, la nuova scoperta suggerisce che potrebbe esserci un comportamento ondulatorio nelle profondità del nucleo metallico di Giove che potrebbe alimentare il campo magnetico osservato, ha detto a BBC Science Focus l’autore principale dello studio Jeremy Bloxham dell’Università di Harvard.
“Questi cambiamenti possono essere spiegati in gran parte da una deriva della macchia verso est, ma, come riportato in questo articolo, il tasso di deriva è fluttuante.” Gli scienziati sapevano già che questo gruppo di intensi campi magnetici si sposta più che in qualsiasi altro luogo del pianeta gassoso, grazie ai forti venti che soffiano dalla sua turbolenta “superficie” fino a 3.000 chilometri di profondità. Si ritiene che in quel punto più profondo l’intenso campo magnetico di Giove smorzi questi venti.
Nuove misurazioni
Il nuovo getto potrebbe persino spostarsi su una scala minuscola di decine di centimetri al secondo in quell’area, a differenza di altri getti sulla superficie che viaggiano molto più velocemente. Tuttavia, la scoperta è una “misurazione molto marginale. Gli scienziati ritengono che sia meglio pensarlo come un risultato iniziale entro la soglia del rumore poiché non hanno ancora dati sufficienti per concludere che il getto fluttui esattamente ogni quattro anni.
I dati raccolti da Juno coprono attualmente solo un periodo di 5 anni, perciò le nuove misurazioni potrebbero presto fornire qualche conferma, il che aiuterebbe gli scienziati a comprendere meglio la dinamo che alimenta il complesso campo magnetico di Giove.
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Fonte: Space.com, Nature
