A sorpresa, il telescopio spaziale James Webb ha rilevato la sua prima supernova, l’esplosione di una stella morente. Questa foto potrebbe aprire un’area completamente nuova per la ricerca scientifica.

Sono passati solo pochi giorni dall’inizio delle operazioni, ma la sofisticata fotocamera NIRCam del James Webb ha già catturato incredibili foto dallo spazio. L’ultima in ordine temporale raffigura un oggetto luminoso che si trova in una galassia chiamata SDSS.J141930.11+5251593, a circa 3 o 4 miliardi di anni luce dalla Terra. L’oggetto luminoso si è attenuato per cinque giorni, facendo pensare a una supernova, colta poco dopo l’esplosione della stella.

Ecco la supernova (a destra) fotografata dal telescopio spaziale James Webb. Credit: Space Telescope Science Institute

“Una scoperta sorprendente”

Si tratta di una scoperta davvero sorprendente, anche perché il James Webb Space Telescope non è stato costruito per cercare supernove. Questa è un’attività che di solito viene eseguita da telescopi di rilevamento che scansionano vaste porzioni di cielo a intervalli brevissimi. D’altra parte Webb guarda nel dettaglio un’area molto piccola dell’universo. Ad esempio, la prima immagine rilasciata in presenza del presidente Biden a metà luglio copriva un’area grande quanto un granello di sabbia.

Ogni immagine a campo profondo del telescopio include centinaia di galassie, il che significa che ci sono diverse opportunità di individuare una supernova. Questo rilevamento suggerisce che il telescopio potrebbe essere in grado di vedere regolarmente le supernove. Tra l’altro si prevede che Webb vedrà le prime galassie che si sono formate nell’universo, nelle prime centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang. Combinando questi dati, lo strumento potrebbe essere in grado di catturare l’esplosione di una delle stelle di prima generazione che illuminarono l’universo dopo i primi periodi bui. Tali stelle, secondo gli astronomi, avevano una composizione chimica molto più semplice rispetto a quelle nate in epoche successive.

Riferimenti: Space.com

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