Ecco le risposte alle domande più frequenti che riguardano il telescopio spaziale James Webb, a cura del premio Nobel della NASA, John Mather.

Il telescopio spaziale James Webb riuscirà a vedere come ha avuto origine l’universo? È solo una delle tante domande che ci fate più spesso nei commenti. Abbiamo deciso di chiederlo direttamente a chi il Big Bang lo conosce bene, il dottor John Mather della NASA, premio Nobel per il suo lavoro sul satellite COBE, nel 2006.

James Webb
James Webb. Credit: NASA

Le cose che ancora non sappiamo sul James Webb

Abbiamo chiesto al Dr. John Mather se sarà possibile vedere il Big Bang con il telescopio spaziale James Webb. In realtà – ha spiegato – il Big Bang in sé non è qualcosa che possiamo vedere. Non lo avremmo visto nemmeno se fossimo stati presenti al momento del suo accadimento, perché è avvenuto al buio, ancora non si erano formati i primi fotoni. Semplicemente, non lo avremmo visto.

E fin dove potremmo guardare con Webb, professore?

Possiamo vedere il calore che c’era circa 380mila anni dopo l’inizio dell’espansione (che è ciò che chiamiamo Big Bang, 13,8 miliardi di anni fa). Questo calore copre l’intera volta celeste e riempie tutt’ora l’universo. Siamo stati in grado di mapparlo con i satelliti COBE, WMAP e Planck. Ora, forse, riusciremo anche a vederlo!

Cosa vedrà secondo lei il James Webb?

COBE, WMAP e Planck sono arrivati tutti più indietro del James Webb, ma è anche vero che il nuovo telescopio non è stato progettato per vedere l’inizio dell’universo, ma un periodo della sua storia che non abbiamo ancora visto prima. Mi aspetto di vedere i primi oggetti che si sono formati quando l’universo si è raffreddato, dopo il Big Bang. Pensiamo che le piccole increspature di temperatura osservate coi satelliti siano i semi che alla fine hanno dato vita alle galassie. Non sappiamo esattamente quando l’universo abbia creato le prime stelle e galassie, ma è ciò a cui puntiamo a rispondere con il JWST.

Il professor John Mather è Senior Project Scientist per la missione James Webb. Credit: NASA

Riferimenti: NASA

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