Sabato 3 febbraio la sonda Juno ha effettuato un nuovo sorvolo ravvicinato scattando immagini della luna vulcanica.

La sonda spaziale Juno ha rivelato molti dei segreti di Giove da quando ha iniziato a esplorare il sistema il 4 luglio 2016. Non solo è la prima missione robotica a studiare Giove da vicino mentre gli orbita attorno dai tempi della sonda Galileo, che studiò il gigante gassoso e i suoi satelliti dal 1995 al 2003 ma è anche la prima a scrutare sotto le dense nubi di Giove per indagare sul campo magnetico, sulla composizione e sulla struttura del pianeta. I dati che questo ha prodotto stanno aiutando gli scienziati ad affrontare domande su come si è formato Giove e sulle origini del Sistema Solare. Nell’ultimo periodo Juno si è concentrata sullo studio del sistema del pianeta e, dopo il precedente sorvolo ravvicinato del 30 dicembre, il più vicino di sempre, la sonda ha di nuovo solcato i cieli della luna Io.

Missione estesa

Immagine di Io scattata dalla JunoCam ed elaborata dalla scienziata cittadina Emma Wälimäki. Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Emma Wälimäki © CC BY

Dal 2021, la sonda è in fase di missione estesa, durante la quale ha effettuato sorvoli ravvicinati di alcune delle lune più grandi di Giove, tra cui Ganimede, Europa e Io. Passando sopra questi satelliti, Juno ha catturato alcune immagini incredibili con il suo principale strumento di imaging, la JunoCam. Sabato 3 febbraio 2024, la sonda ha effettuato un altro sorvolo di Io e ha scattato foto più accattivanti della luna vulcanica e della sua superficie butterata. Questa era la seconda parte di un sorvolo gemello progettato per fornire nuove informazioni sulla natura vulcanica di Io e sulla struttura interna del satellite.

Il precedente sorvolo era avvenuto il 30 dicembre 2023 e, come questo ultimo sorvolo ha portato la sonda spaziale entro 1.500 km dalla superficie di Io. I due sorvoli sono stati i più ravvicinati mai realizzati da un veicolo spaziale su Io, battendo il precedente record stabilito da Juno durante il sorvolo avvenuto il 15 ottobre 2023, dove la sonda raggiunse una distanza minima di 12.000 km dalla superficie lunare. Nessuna sonda spaziale era passata così vicino a Io da quando la missione Galileo passò sulla luna vulcanica più di vent’anni fa.

Come sempre, le immagini grezze catturate durante i sorvoli sono disponibili sul sito web del Southwest Research Institute (SwRI) della missione, dove possono essere scaricate, elaborate e colorate. Un’immagine particolare elaborata dalla scienziata cittadina Emma Wälimäki mostra che il lato oscuro della luna era illuminato dalla luce solare riflessa da Giove (detta “Jupitershine”). Altre immagini fornite da Juno includono le numerose immagini a infrarossi che mostrano i numerosi vulcani attivi sulla superficie della Luna e persino le eruzioni visibili durante i sorvoli perché avvenute sul lato oscuro della Luna.

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I vulcani di Io

Immagine scatta durante il sorvolo della luna Io di Giove da parte della sonda Juno il 3 Febbraio 2024. Credit: NASA/SwRI/MSSS

Queste immagini fanno parte di un’indagine condotta dagli scienziati per determinare se i vulcani attivi di Io sono alimentati da un oceano di magma globale sotto la sua superficie. Sulla base degli attuali modelli geologici, gli scienziati ritengono che questo oceano di magma sia il risultato della flessione delle maree all’interno di Io causata dalle interazioni con la potente gravità di Giove. Ciò è simile a quello che si ritiene sperimentino Europa e altri satelliti ghiacciati, dove la flessione delle maree porta ad attività idrotermale al confine tra nucleo e mantello che mantiene oceani di acqua liquida all’interno.

Al momento della pubblicazione di questo articolo, la missione Juno ha operato per dodici anni, cinque mesi e ventotto giorni. Secondo l’estensione della missione, la sonda continuerà ad orbitare attorno a Giove da un polo all’altro fino a settembre 2025, anche se potrebbe essere ulteriormente estesa. Finché le ali dei pannelli solari di Juno (le più grandi mai dispiegate) continueranno a fornire energia, la missione continuerà a studiare il sistema e ad affrontare le domande fondamentali su come si sono formati Giove e i suoi satelliti.

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Fonte: Universe Today, NASA