Grazie alle immagini satellitari i tecnici hanno ripreso e stanno valutando i danni del terremoto avvenuto in Turchia.

I terremoti di magnitudo 7,8 e 7,5 che hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria occidentale il 6 febbraio 2023, hanno causato vaste distruzioni in entrambi i paesi. Grazie alle immagini satellitari del sisma in Turchia i tecnici stanno valutando i danni causati. Il terremoto iniziale, il più forte, proviene da una faglia a 18 chilometri sotto la superficie. La bassa profondità ha prodotto scosse violente che sono riuscite a colpire aree a centinaia di miglia dall’epicentro, 26 chilometri a est della città di Nurdagi. Il secondo sisma è seguito nove ore dopo, colpendo a 10 chilometri di profondità, a 4 chilometri a sud-sud-est della città turca di Ekinözü. Nei giorni successivi si sono verificate centinaia di scosse di assestamento minori.

Le mappe satellitari

Immagini satellitari dei danni del sisma in Turchia
NASA/JPL-Caltech/USGS/JAXA/Osservatorio terrestre di Singapore – Laboratorio di telerilevamento

La mappa provvisoria dei danni mostra parti delle città turche di Islahiye, Kahramanmaras e Nurdagi. I pixel rosso scuro rappresentano le aree che potrebbero avere gravi danni a edifici, abitazioni e infrastrutture o addirittura modifiche al paesaggio, mentre le aree arancioni e gialle sono moderatamente o parzialmente danneggiate.

Ogni pixel misura circa 30 metri di diametro, circa le dimensioni di un campo da baseballLe stime dei danni sono più accurate per le aree urbane ma possono essere meno precise nelle aree montane e con vegetazione.

L’Osservatorio della Terra di Singapore – Remote Sensing Lab e il team Advanced Rapid Imaging and Analysis (ARIA) del Jet Propulsion Laboratory della NASA e Caltech hanno collaborato per derivare la mappa dai dati raccolti dal satellite giapponese Advanced Land Observing Satellite-2 (ALOS-2) riprese lo scorso 8 febbraio 2023. Il satellite trasporta un radar ad apertura sintetica, un sensore che invia impulsi di microonde verso la superficie terrestre e registra i riflessi di quelle onde per mappare il paesaggio, compresi gli edifici.

Confrontando i dati dell’8 febbraio con le osservazioni effettuate dallo stesso satellite prima del terremoto (il 7 aprile 2021 e il 6 aprile 2022), gli scienziati hanno monitorato i cambiamenti e hanno iniziato a identificare le aree che risultano maggiormente danneggiate.

Riferimenti: NASA\JPL

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