In attesa dell’Equinozio di Primavera…ecco l’Equilux! Perché durante l’equinozio non si ha l’esatta durata del dì e della notte?
Il 20 marzo 2024 segna l’arrivo dell’equinozio, l’evento celeste che annuncia la primavera astronomica, potrebbe non essere ciò che sembra. L’equinozio, tanto decantato per il suo equilibrio diurno e notturno, nasconde un segreto svelato da un termine meno noto ma altrettanto affascinante: l’Equilux. Giorno e notte, raramente si incontrano per un perfetto duetto. Il Sole, nel suo viaggio annuale, durante gli equinozi, attraversa l’equatore celeste, e ci regala momenti in cui, secondo le teorie astronomiche, dovremmo assistere a un equilibrio tra luce e ombra.
Forma e dimensione apparente del Sole
Ma il Sole, con il suo diametro apparente di 32 minuti d’arco, ci regala un fenomeno più complesso. Il nostro astro, infatti, non è un semplice punto luminoso ma un disco radioso che sfiora l’orizzonte con il suo lembo inferiore per salutare l’arrivo del giorno e si congeda con il suo lembo superiore al tramonto, prolungando sottilmente la giornata oltre le nostre attese. Questo perché la luce solare, piegandosi per rifrazione nella densa atmosfera terrestre – un fenomeno noto come rifrazione atmosferica – ci illude con un anticipo al mattino e un ritardo alla sera.
Alle nostre latitudini è stato calcolato un ritardo del tramonto e anche un anticipo dell’alba di circa 2 minuti e mezzo.
Equilux e equinozio
E qui entra in scena l’Equilux, il vero giorno dell’equilibrio, in cui il periodo di luce e quello di oscurità si dividono il tempo in parti uguali. L’Equilux varia a seconda della latitudine e della posizione geografica. In Italia, per esempio, precede di qualche giorno l’equinozio di primavera e segue di qualche giorno l’equinozio d’autunno, regalandoci una simmetria più autentica tra giorno e notte.
Per catturare questo balletto celeste, ho scelto di documentare le tracce stellari della Stella Polare nella notte tra il 16 e il 17 marzo. Puntando con la fotocamera al Nord, ho lasciato che fosse il cielo a dipingere la sua danza sul sensore, con scatti continui che hanno seguito il corso di un intero giro di orologio. Le immagini raccolte non solo hanno registrato il delicato movimento della Stella Polare ma hanno anche svelato il mutare del colore del cielo, durante tutte le fasi del giorno e dei crepuscoli.
Possiamo anche confrontare questo risultato con quello del solstizio d’inverno, un altro momento chiave nel valzer delle stagioni.
Ma siamo certi del giorno esatto in cui si verifica l’Equilux?
Possiamo affermare che queste date sono approssimative e calcolate su una media annuale di pressione, umidità e temperatura per ogni latitudine ma come sappiamo, queste possono variare e a volte anticipare l’alba o ritardare, ulteriormente, il tramonto a causa di fenomeni di rifrazione anomala, come nel caso del fenomeno Novaya Zemlya che abbiamo trattato in questo link.