I canaloni sulle pendici dei crateri di Marte potrebbero essersi formati a causa di periodi di scioglimento dei ghiacci sopra e sotto la superficie del pianeta.

Uno studio condotto dai ricercatori della Brown University offre nuove informazioni su come l’acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacci avrebbe potuto svolgere un ruolo recente nella formazione di canali simili a burroni che tagliano i lati dei crateri da impatto su Marte. Lo studio, pubblicato su Science, si concentra sui calanchi marziani, che sono simili ai canaloni che si formano sulla Terra nelle valli secche dell’Antartide e sono causati dall’erosione dell’acqua dovuta allo scioglimento dei ghiacciai. I ricercatori, tra cui lo scienziato planetario di Brown Jim Head, hanno costruito un modello che simula come potrebbero essersi formati grazie alle condizioni su Marte che consentono al pianeta di riscaldarsi sopra le temperature di congelamento, portando a periodi di acqua liquida con lo scioglimento del ghiaccio.

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Lo scioglimento dei ghiacciai

Polo sud Marte
L’acqua liquida giace invisibile sotto il ghiaccio (bianco) al polo sud di Marte in un’immagine da Mars Express. ESA / DLR / FU BERLIN / CC BY-SA

Gli scienziati hanno scoperto che quando Marte si inclina sul proprio asse di 35°, l’atmosfera diventa abbastanza densa da consentire il verificarsi di brevi episodi di scioglimento in corrispondenza dei calanchi. Hanno quindi confrontato i dati del loro modello con i periodi della storia di Marte in cui si ritiene che i canaloni nella regione Terra Sirenum del pianeta si siano espansi rapidamente a valle da punti di alta quota, un fenomeno che non potrebbe essere spiegato senza la presenza occasionale di acqua.

Sappiamo da molte ricerche che all’inizio della storia di Marte c’era acqua corrente in superficie con reti di valli e laghi. Ma circa 3 miliardi di anni fa, tutta quell’acqua liquida andò persa e Marte divenne quello che chiamiamo un deserto arido e polare. Ma anche nel recente passato, quando l’asse di Marte si inclina a 35 gradi, si riscalda abbastanza da sciogliere neve e ghiaccio, riportando acqua liquida fino a quando le temperature scendono e si congela di nuovo.

I risultati aiutano a colmare alcune delle spiegazioni mancanti su come si sono formati questi canaloni, tra cui quanto in alto iniziano, quanto è grave l’erosione e quanto si estendono lungo il lato dei crateri.

Precedenti teorie suggerivano che i canaloni marziani siano stati scolpiti da anidride carbonica congelata, che evapora dal suolo, facendo scivolare rocce e macerie lungo i pendii. L’altezza dei canaloni ha indotto molti scienziati a teorizzare che l’acqua dei ghiacciai doveva essere coinvolta a causa della distanza percorsa lungo i pendii e dell’erosione dei canaloni. Tuttavia, dimostrare che l’acqua liquida potrebbe esistere su Marte in tempi recenti è stato difficile perché le temperature in genere si aggirano intorno ai 70° C sotto lo zero.

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Tempi “recenti”

Terra Sirenum
Ripresa dei calanchi sulla Terra Sirenum da parte della sonda MRO. Credit: NASA/JPL-Caltech/UArizona

I risultati del nuovo studio suggeriscono che la formazione del burrone è stata guidata da periodi di scioglimento dei ghiacci e dall’evaporazione dell’anidride carbonica congelata in altre parti dell’anno. I ricercatori hanno scoperto che ciò si è probabilmente verificato ripetutamente negli ultimi milioni di anni con l’evento più recente circa 630.000 anni fa.

Se il ghiaccio fosse presente nei punti delle aree che hanno osservato quando l’asse di Marte si è inclinato di circa 35°, le condizioni sarebbero state ideali per lo scioglimento del ghiaccio perché le temperature sono salite sopra gli zero gradi Celsius.

Lo studio mostra che la distribuzione globale dei calanchi di Marte è spiegata meglio dalla presenza di acqua liquida negli ultimi milioni di anni. L’acqua spiega la distribuzione dell’elevazione dei calanchi in modi che l’anidride carbonica non può fare. Ciò significa che Marte è stato in grado di creare acqua liquida in un volume sufficiente per erodere i canali negli ultimi milioni di anni, un tempo molto recente sulla scala della storia geologica di Marte.

Nonostante i dubbi sulla possibilità di presenza di acqua scongelata e che gli scienziati non siano mai stati in grado di modellare le giuste condizioni perché ciò avvenga, i ricercatori sono convinti che la teoria sia accurata perché avevano visto in prima persona caratteristiche simili in Antartide. Qui, sebbene le temperature siano molto basse, il Sole è in grado di riscaldare il ghiaccio a sufficienza perché si sciolga e si verifichi l’attività che crea i canaloni.

Il documento solleva nuovamente la questione fondamentale se la vita possa esistere su Marte. Questo perché la vita, così come è conosciuta sulla Terra, va di pari passo con la presenza di acqua allo stato liquido. Lo studio infine, introduce anche l’importanza di questi calanchi in termini di potenziali bersagli da visitare durante le future missioni esplorative su Marte.

Riferimenti: Brown University