Quando le particelle di antimateria entrano in contatto con la materia normale, producono moltissima energia: ecco come si potrebbe sfruttare per i futuri viaggi spaziali.

Un’energia tale da portarci su Plutone in poche settimane. No, non è l’incipit di un racconto di fantascienza, ma l’idea dei fisici e degli scienziati di tutto il mondo. D’altronde il viaggio interstellare è qualcosa che l’umanità ha raggiunto solo nella fantascienza, appunto, come in Star Trek, dove si utilizzavano motori ad antimateria per viaggiare attraverso i vari sistemi stellari. Ma l’antimateria esiste davvero. Elon Musk l’ha definita “il biglietto per i viaggi interstellari”. È costituita da particelle quasi identiche a quelle della materia normale, ma con carica elettrica opposta. Ciò significa che quando entra in contatto con la materia ordinaria, viene prodotta un’enorme quantità di energia.

Viaggiare nello spazio a velocità record

Credit: Osservatorio Europeo Australe

“L’annientamento dell’antimateria e della materia converte la massa direttamente in energia”, ha detto il cofondatore di Positron Dynamics, una società che lavora per sviluppare un sistema di propulsione dell’antimateria. Un solo grammo di antimateria potrebbe generare un’esplosione equivalente a una bomba nucleare. È quel tipo di energia, dicono alcuni, che potrebbe portarci dove nessuno è mai arrivato prima, a velocità record.

Quanto impiegheremmo ad arrivare su Proxima

Ad esempio, facciamo un viaggio nel nostro sistema stellare più vicino, Proxima, a circa 4,2 anni luce di distanza. Un motore ad antimateria potrebbe teoricamente accelerare un veicolo spaziale a 1 g (9,8 metri al secondo quadrato) portandoci su Proxima in soli cinque anni. Secondo la NASA, si tratta di una velocità 8.000 volte superiore a quella necessaria alla Voyager 1, una delle navicelle spaziali più veloci della storia, per percorrere circa la metà della distanza. Anche all’interno del nostro sistema solare, un veicolo spaziale alimentato da antimateria potrebbe raggiungere Plutone in 3,5 settimane rispetto ai 9,5 anni impiegati dalla sonda New Horizons della NASA per arrivare sul pianeta nano.

Come è fatto un motore ad antimateria

Il motivo per cui non disponiamo di motori ad antimateria, nonostante le loro straordinarie capacità, è dovuto ai costi, non alla tecnologia. Gerald Jackson, un fisico che ha lavorato al Fermilab, ha dichiarato a Forbes nel 2016 che con finanziamenti sufficienti, potremmo avere un prototipo di veicolo spaziale antimateria entro un decennio. La tecnologia di base c’è: gli acceleratori di particelle più potenti del mondo hanno creato antiprotoni e atomi di antiidrogeno.

Il problema dei costi

Il problema è che questo tipo di antimateria è incredibilmente costoso da produrre. È considerata la sostanza più costosa sulla Terra. Jackson ci ha dato un’idea di quanto costerebbe costruire e mantenere una tecnologia come questa. Ha detto che ci vorrebbero 8 miliardi di dollari per costruire una centrale solare per l’enorme fabbisogno energetico della produzione di antimateria e che il suo funzionamento costerebbe circa 670 milioni di dollari all’anno.

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