È un sistema binario con l’orbita più corta mai osservata e potrebbe aver avuto origine al centro della nostra galassia. Ecco cosa sappiamo.

Gli astronomi l’hanno soprannominata “vedova nera” e il paragone cade proprio a pennello. In pratica una stella di neutroni (o pulsar) in rapida rotazione starebbe consumando lentamente una stella più piccola, proprio come fa l’aracnide con la sua compagna. Di stelle binarie di questo tipo se ne erano già viste a dozzine, nella Via Lattea, ma questa (ZTF J1406+1222) ha il più corto periodo orbitale mai osservato. Pensate che la pulsar e la stella vicina ruotano l’una attorno all’altra ogni 62 minuti appena. Un fenomeno più unico che raro, insomma, anche perché ci sarebbe una terza stella (più lontana) che orbiterebbe attorno alle altre due ogni 10mila anni.

Una rappresentazione di una pulsar vedova nera con la sua stella compagna. Le emissioni di raggi gamma (color fucsia) della pulsar riscaldano il partner al punto da farlo “evaporare”. Credit: Goddard Space Flight Center/Cruz deWilde della NASA

Come potrebbe essersi formato questo strano sistema stellare

Sulla base delle osservazioni, gli astronomi del MIT sono arrivati alla conclusione che, come la maggior parte dei sistemi binari, quello appena scoperto sia nato in un denso ammasso globulare al centro della Via Lattea. Potrebbe poi essere andato alla deriva, allontanandosi dall’enorme gravità del buco nero supermassiccio al centro della galassia. Questo meccanismo avrebbe sì separato le tre stelle, ma comunque lasciato intatto il sistema triplo “vedova nera”.

Gli scienziati hanno utilizzato un nuovo tipo di approccio, per rilevare questo raro sistema stellare. Perché sebbene la maggior parte di queste stelle binarie si rilevi tramite la radiazione gamma e i raggi X emessi dalla pulsar, il team di ricerca ha utilizzato la luce visibile ed in particolare quella intermittente della stella compagna.

In genere, le pulsar muoiono rapidamente dato che bruciano una gran quantità di energia. Quando però un’altra stella si avvicina, la gravità della pulsar risucchia materia dall’altra stella, che le fornisce nuova energia per ruotare velocemente. La pulsar inizia quindi a irradiare energia, che consuma ulteriormente la stella vicina, facendola letteralmente scomparire con il passare del tempo.

Riferimenti: https://news.mit.edu/2022/black-widow-binary-orbit-0504