Sebbene fosse un satellite progettato negli anni 90, Aeolus è stato fatto rientrare in modo controllato grazie ad alcuni accorgimenti.

Superando le aspettative scientifiche e la sua vita pianificata in orbita, il satellite per la profilazione dei venti Aeolus è stato salutato come una delle missioni di osservazione della Terra di maggior successo dell’ESA. E ora anche la sua fine passerà alla storia, grazie all’ingegnosità del team di controllo della missione dell’Agenzia che ha guidato il rientro controllato del satellite nell’atmosfera terrestre riuscito in totale sicurezza.

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Aeolus è rientrato nell’atmosfera terrestre il 28 luglio intorno alle 21:00 ora italiana sopra l’Antartide, come confermato dal Comando spaziale statunitense.

Una manovra non prevista

Rientro di Aeolus
Piano di rientro del satellite Aeolus. Credit: ESA

Il rientro è avvenuto dopo una serie di complesse manovre che hanno abbassato l’orbita di Aeolus da un’altitudine di 320 km a soli 120 km per rientrare nell’atmosfera e distruggersi. Queste manovre – il primo rientro assistito nel suo genere – hanno posizionato Aeolus in modo che qualsiasi pezzo che non fosse del tutto bruciato nell’atmosfera, cadrebbe all’interno di una zona pianificata della Terra.

Oggi le missioni satellitari sono progettate secondo normative che impongono loro di ridurre al minimo il rischio di causare danni al loro ritorno sulla Terra. Ciò avviene per la quasi totalità delle parti di un satellite che brucia nel rientro alla fine della sua vita in orbita. Tuttavia, quando Aeolus è stato progettato alla fine degli anni ’90, non esistevano tali regolamenti.

Quindi, dopo aver esaurito il carburante e senza alcun intervento, il satellite sarebbe rientrato naturalmente nell’atmosfera terrestre entro poche settimane, ma senza alcun controllo su dove ciò sarebbe accaduto.

I satelliti e le parti dei razzi ricadono sulla Terra all’incirca una volta alla settimana, e molto raramente i pezzi che sopravvivono hanno causato danni, quindi il rischio che Aeolus causasse danni è sempre stato molto basso: la probabilità di essere colpiti da un frammento di satellite è tre volte inferiore a quella di essere colpiti da un meteorite. Tuttavia, l’ESA è andata ben oltre per Aeolus e ha cercato un nuovo modo di assistere il suo rientro per renderlo ancora più sicuro.

Nell’ultima settimana prima del rientro il team di ingegneri spaziali, esperti di dinamica di volo e specialisti di detriti spaziali presso il centro di controllo della missione ESOC dell’ESA si è messo al lavoro. Hanno utilizzato il carburante rimanente del satellite così da effettuare una serie di accensioni per abbassare l’orbita di Aeolus e posizionarlo per un rientro sicuro. Essendo manovre complesse, applicate per la prima volta a una stellite che non era stato progettato per eseguirle, la sfida tecnologica è stata enorme, ma è riuscita con successo.

La missione Aeolus

Aeolus
Rappresentazione artistica del satellite Aeolus. Credit: ESA/ATG medialab

Aeolus è stata una missione impegnativa: la sua pionieristica tecnologia laser ha richiesto molti anni per essere sviluppata. Ma dopo una serie di battute d’arresto, Aeolus è stato finalmente lanciato nel 2018 per profilare i venti della Terra ed è diventato una delle missioni di ricerca di osservazione di maggior successo dell’ESA.

Aeolus trasportava uno strumento noto come Aladin, che è il più sofisticato tracciatore eolico d’Europa volato nello spazio. Il suo laser ha emesso impulsi di luce ultravioletta verso l’atmosfera terrestre. Questa luce rimbalza su molecole d’aria e particelle come la polvere nell’atmosfera e la piccola frazione di luce che si diffonde verso il satellite viene raccolta da un telescopio.

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Attraverso la misurazione degli spostamenti doppler nei segnali di ritorno, è stata derivata la velocità orizzontale del vento nei 30 km più bassi dell’atmosfera, rendendo Aeolus la prima missione satellitare a fornire i profili dei venti della Terra su scala globale.

Non solo ha giovato alla scienza in termini di contributo alla ricerca sul clima, ma i suoi dati sono stati utilizzati operativamente nelle previsioni meteorologiche, che si sono rivelate essenziali durante il blocco Covid quando gli aerei, che trasportano strumenti meteorologici, sono stati tenuti a terra. L’esperienza raccolta verrà usata per il suo seguito, Aeolus-2, previsto per il lancio nei prossimi anni e le manovre messe a punto potranno essere utilizzate per altri satelliti di vecchia progettazione così da rendere i rientri sempre più sicuri.

Riferimenti: ESA