Seconda parte del ciclo di articoli dedicato all’astrofotografia. Lo scopo? Imparare a riprendere la Via Lattea ed il cielo stellato

Di Stefano Maraggi

Se c’è una cosa di cui sono certo è che una volta preso confidenza con la fotografia del cielo stellato, ciascuno di voi avrà il desiderio di immortalare la Via Lattea. Del resto, è più che comprensibile. Parliamo di catturare la luce proveniente da un agglomerato di miliardi di stelle, nebulose, polveri e pianeti, che ci ospita al suo interno e si mostra ogni notte, in tutta la sua maestosità.

Da un punto di vista strettamente morfologico, la Via Lattea è una galassia a spirale barrata, ovvero composta da un nucleo, attraversato da una struttura a forma di barra, da cui si dipartono i bracci di spirale. In uno di essi, il braccio di Orione, è situato il sistema solare. Di conseguenza la nostra galassia appare nel cielo notturno come una fascia chiara di luce biancastra (da cui deriva il nome), che percorre trasversalmente l’intera volta celeste, dove si addensa un numero di stelle maggiore che nelle altre aree del cielo. Essa è più brillante in direzione della costellazione del Sagittario, dove si trova il centro galattico, e meno osservando verso l’esterno del disco. Un aspetto fondamentale dell’osservazione è che ciò che vediamo dipende strettamente dall’emisfero e dalla latitudine a cui ci troviamo, e per chiarezza proseguiremo l’articolo ipotizzando di trovarci nell’Italia centrale.

Illustrazione artistica della Via Lattea. Credit: Luigi Bignami

Fotografarla è così difficile come sembra ?

Forse sì, ma solo se non si presta attenzione ad alcuni fondamentali aspetti, da sommare a quanto già affrontato nella guida base. Infatti tutto quanto detto riguardo alla fotografia al cielo stellato rimane assolutamente valido, dalla scelta della location al settaggio dei parametri. Dovremo solo essere un po’ più esigenti, da vari punti di vista.

L’aspetto principale è legato al fatto che sarà fondamentale scegliere il periodo adatto a seconda della fotografia che vorremo ottenere. Infatti essendo noi all’interno della Via Lattea stessa, avremo una vista diversa di mese in mese. In genere saremo interessati a catturare la luce proveniente dalla zona centrale, quella del nucleo, ed è possibile farlo dalla primavera all’autunno. In ogni caso il periodo migliore è quello estivo, per varie ragioni. Nessuno ci vieta di provare comunque qualche scatto anche in inverno, nonostante avremo a disposizione la parte meno luminosa.

Stefano Maraggi

Data la rotazione (apparente) delle stelle in cielo, la Via Lattea sorge e tramonta durante le 24h, proprio come Sole e Luna. Nel corso delle settimane, da marzo a giugno essa appare all’orizzonte in tarda nottata, verso est. In seguito tende a salire verso la verticale (lo Zenith) tra luglio e settembre, per poi iniziare la controrotazione che la porta a scendere dalla Polare verso l’orizzonte a nord. In primavera, quindi, sorgerà ad est subito prima dell’alba, ma a giugno la osserveremo ad arco alta nel cielo già a metà della notte. Abbiamo perciò capito come in base alla composizione della nostra foto dovremo scegliere il momento adatto per scattare (giorno ed orario).

Una volta sul campo, avremo principalmente due situazioni fotografiche. Immortalare l’intero arco galattico (visibile) oppure solo una parte, o per meglio dire, una fascia. In base a questo la porzione di cielo da inquadrare cambia radicalmente e di conseguenza la scelta dell’ottica.

  • Fotografare l’intero arco: è forse la situazione più ambita e si tratta di immortalare la Via Lattea mentre si estende bassa sull’orizzonte, partendo da est/sud-est. Il periodo ideale va da marzo/aprile fino a giugno inoltrato, in seguito le difficoltà aumenteranno poiché sarà visibile sempre più alta in cielo. Il problema connesso è la grande estensione angolare dell’arco e la metodologia classica prevede di utilizzare un obiettivo ultra grandangolare, che inquadri appunto tutta l’arcata. Sarà necessario un 12/14mm (su Full Frame), meglio se fish-eye. Un secondo metodo consiste nello scattare una sequenza di foto da unire poi in una panoramica via software (sempre con grandangolo, ma meno spinto). Io consiglio questo approccio a chi ne ha la possibilità, per due motivi: anche se più lungo e macchinoso da realizzare, consente risultati decisamente più naturali e purtroppo talvolta non si ha altra scelta. Quest’ultimo è il caso in cui ci si trovi in zone (o orari) che permettano di vedere l’arco solo quando è leggermente più alto in cielo e di conseguenza anche l’ottica più grandangolare non sarà più sufficiente.
Stefano Maraggi
  • Fotografare una fascia: in questo caso osserveremo la Via Lattea estendersi dall’orizzonte verso l’alto, in diagonale, con inclinazione sempre più verticale con il passare dei mesi (e delle ore, durante la notte). Il periodo adatto va da giugno (anche prima, ma in tarda nottata) ad ottobre/novembre. Per questa tipologia di scatti non c’è una focale minima strettamente necessaria, decideremo in base alla composizione, indirizzandoci comunque su ottiche grandangolari (diciamo fino a 35mm su Full Frame).
Stefano Maraggi

In conlusione

È bene ricordare come esistano davvero tantissimi software e applicazioni in grado di aiutarci nell’individuazione della Via Lattea, con anche la possibilità di simulare gli spostamenti dei corpi celesti nel corso dell’anno. Ad esempio, consiglio Stellarium, un planetario semplice nell’utilizzo ma completo e disponibile gratuitamente per PC (anche in versione mobile ma a pagamento). Per Smartphone ne esistono decine, Mappa stellare e Star Walk funzionano bene e sono gratuite. Il consiglio è di farne uso all’inizio, per poi intuire la dinamica del cielo ed imparare a farne a meno.

L’ultimo aspetto su cui concentrarsi è nuovamente l’inquinamento luminoso. In precedenza si accennava al fatto di essere più esigenti, e la scelta della location ne è un chiaro esempio. La Via Lattea giunge a noi con luce piuttosto debole, e davvero il risultato finale del nostro scatto è più che mai strettamente legato alla qualità del cielo scelto (attenzione quindi anche alla fase lunare!). Un modo semplice per valutare una location da questo punto di vista è usare app come Dark Sky Map, che in un attimo ci darà un’idea della qualità del cielo in una determinata zona.

A questo link trovare la prima parte della guida:

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