Gli scienziati hanno osservato nei brillamenti solari dei vuoti oscuri, che ricordano delle dita, ed ecco la spiegazione della loro formazione.

Nel 1999 degli scienziati hanno scoperto dei vuoti oscuri nei brillamenti solari. A differenza dei tipici bagliori che mostravano un’energia luminosa verso l’esterno dal Sole, questo bagliore solare mostrava anche un flusso di movimento verso il basso. Erano stati descritti come vuoti oscuri che si muovono verso il basso, e gli astronomi si sono chiesti cosa fossero esattamente. Ora uno studio del Center for Astrophysics | Harvard e Smithsonian (CfA), offrono una nuova spiegazione per i downflow poco conosciuti, ora indicati come downflow sopra-arcade (SAD) dalla comunità scientifica.

Lo Studio sui brillamenti

Gli scienziati hanno descritto questo evento come delle strutture scure simili a dita. Gli scienziati hanno ipotizzato che i SAD siano legati alla riconnessione magnetica sin dalla loro scoperta negli anni ’90.

L’Atmospheric Imaging Assembly (AIA) a bordo del Solar Dynamics Observatory della NASA ha ripreso un deflusso sovra-arcade all’interno di un brillamento solare avvenuto il 29 novembre 2020. Credit: SDO/Sijie Yu della NASA

Il processo si verifica quando i campi magnetici si rompono, rilasciando radiazioni in rapido movimento ed estremamente energetiche, per poi riformarsi. Sul Sole ci sono molti campi magnetici che puntano in tutte le direzioni, quando si congiungono rilasciano molta energia sotto forma di brillamenti solari. Gli scienziati hanno ipotizzato che i deflussi oscuri fossero segni di campi magnetici interrotti che “tornavano indietro” al Sole dopo un’eruzione di brillamento solare. Per scoprire cosa stava succedendo, gli scienziati hanno analizzato le immagini di deflusso catturate dall’Atmospheric Imaging Assembly (AIA) a bordo del Solar Dynamics Observatory della NASA . I risultati mostrano che la maggior parte dei SAD non sono generati dalla riconnessione magnetica. Invece, si formano da sole nell’ambiente turbolento e sono il risultato di due fluidi con densità diverse che interagiscono.

Credit immagine di copertina NASA/SDO

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