Il rover volante Dragonfly procede il suo sviluppo per l’invio in missione esplorativa sulla luna Titano.

Tra le missioni più promettenti e intriganti del prossimo decennio, la Dragonfly è tra quelle ad avere maggiori sfide sia dal punto di vista tecnologico che della ricerca. La più grande luna di Saturno, Titano, sembra infatti avere gli ingredienti necessari per la vita seppur immersi in un’atmosfera densa in cui piove metano liquido e che ricorda molto alcune fasi avvenute nella storia del nostro stesso pianeta.

Per riuscire ad analizzare e a raggiungere più luoghi possibili, la Dragonfly scenderà nel cratere Selk, mappato con i dati della missione Cassini, e utilizzerà quattro rotori che le consentiranno di volare sulla superficie come già avvenuto con il pioniere Ingenuity su Marte.

Il collaudo dei rotori

Le pale del rotore della Dragonfly mentre vengono testate nel Transonic Dynamic Tunnel. Credits: NASA/Harlen Capen

La missione Dragonfly ha raggiunto un traguardo significativo completando il test delle sue pale del rotore in una camera di test situata presso il Langley Research Center della NASA. Il Transonic Dynamics Tunnel (TDT) è una camera speciale che differisce da una normale galleria del vento in diversi modi, in questo caso è la sua capacità di utilizzare gas diversi dalla normale aria terrestre.

Nel caso del test di Dragonfly il TDT si è riempito di un gas pesante destinato a imitare l’atmosfera ricca di azoto di Titano dove i rotori sono stati fatti girare, accelerare e rallentare. In alcuni test, uno dei due rotori che compongono una delle quattro coppie coassiali di Dragonfly (per un totale di otto rotori) è stato spento per imitare un potenziale scenario di un guasto.

Dragonfly dovrebbe essere in grado di potersi muovere anche senza che alcune delle pale del rotore siano operative, rendendolo molto più robusto del suo predecessore. Ciò che alla fine concluderà la missione Ingenuity (mancanza di energia elettrica) non sarà un problema per Dragonfly che utilizza un generatore termico a radioisotopi invece di un set di pannelli solari.

Panoramica della missione Dragonfly. Credit: Johns Hopkins APL

Nella camera, ai rotori in prova sono stati aggiunti sensori, come accelerometri e sensori di pressione. I loro dati sono stati utilizzati per convalidare i modelli di fluidodinamica computazionale (CFD) delle prestazioni dei rotori indicando che i rotori dovrebbero essere in grado di resistere all’ambiente difficile sulla superficie di Titano.

L’inizio della missione è ancora piuttosto lontano, ma questo traguardo è importante perché il test del rotore si trova una fase molto precoce del programma di test generale a cui sarà sottoposto il progetto. Prima del lancio nel 2027 ci saranno ancora molti altri test da fare, ma siamo sulla buona strada.

Riferimenti: Universe Today, NASA

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