Il 3 gennaio scorso il pianeta Mercurio ha attraversato il campo visivo del Solar Orbiter mostrando un transito sul Sole.

Il 3 gennaio 2023 il Solar Orbiter ha fotografato il transito di Mercurio sul Sole. Un certo numero di strumenti è stato utilizzato nell’osservazione del transito e in particolare, nell’immagine del Polarimetric and Helioseismic Imager (PHI), Mercurio si vede come un cerchio nero nel quadrante in basso a destra dell’immagine. Ben diverso dalle macchie solari che si possono vedere più in alto sul disco solare.

L’Extreme Ultraviolet Imager (EUI) si è invece occupato di filmare l’avanzamento del pianeta, in particolare mostrando Mercurio subito dopo che aveva lasciato il disco e si stagliava davanti a strutture gassose nell’atmosfera del Sole.

Non solo immagini

Transito di Mercurio sul Sole con evidenza delle macchie solari
Credit: ESA & NASA/Solar Orbiter/PHI Team

Lo strumento Spectral Imaging of the Coronal Environment (SPICE) del Solar Orbiter permette di suddividere la luce proveniente dal Sole nei suoi colori costituenti per isolarla da diversi atomi nell’atmosfera inferiore del Sole. Questi atomi sono stati scelti per rivelare i diversi strati nell’atmosfera del Sole, dato che esistono a diverse temperature.

Infatti non si tratta solo di guardare Mercurio che passa davanti al Sole ma osservare il pianeta davanti ai diversi strati dell’atmosfera che possono essere studiati.

E i transiti planetari sono sempre stati utilizzati per una serie diversa di scopi. Ad esempio nei secoli passati venivano usati per calcolare le dimensioni del nostro Sistema Solare. Gli osservatori terrestri in luoghi molto distanti tra loro avrebbero cronometrato il transito e quindi confrontato i risultati. Poiché stavano osservando da luoghi diversi, l’ora precisa dell’evento sarebbe stata leggermente diversa. Conoscere la distanza tra gli osservatori, consentiva loro di utilizzare la trigonometria per calcolare la distanza dal Sole.

Più di recente, i transiti sono diventati il ​​modo più efficace per trovare gli esopianeti attorno ad altre stelle. Man mano che il pianeta si sposta sulla faccia della stella, la superficie luminosa è marginalmente coperta dalla sagoma del pianeta e quindi diminuisce leggermente di luminosità. Il modo in cui questo accade si ripete regolarmente consente di calcolare le dimensioni e l’orbita del pianeta.

Transito di Mercurio sul Sole
Credit: ESA & NASA/Solar Orbiter/EUI Team

Per Solar Orbiter, questo particolare transito ha offerto una preziosa opportunità per calibrare gli strumenti. Essendo un oggetto nero che viaggia attraverso il campo visivo, qualsiasi luminosità registrata dallo strumento all’interno del disco di Mercurio deve essere causata dal modo in cui lo strumento trasmette la sua luce, chiamata funzione di diffusione del punto. Più questa modalità è nota, tanto meglio l’immagine può essere ripulita da disturbi. Quindi, studiando questo evento, la qualità dei dati di Solar Orbiter può essere ulteriormente migliorata.

Per osservare da vicino Mercurio, l’ESA ha inviato la missione BepiColombo che farà il prossimo sorvolo ravvicinato del pianeta nel giugno 2023. Nel frattempo, anche il Solar Orbiter si darà da fare in quanto il suo prossimo passaggio ravvicinato del Sole è previsto in aprile.

Riferimenti: ESA

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