La NASA ha siglato un accordo con l’agenzia DARPA per lo sviluppo di un razzo a propulsione termica-nucleare di nuova generazione che prevede il primo test nel 2027.

I prossimi decenni di esplorazione spaziale vedranno il ritorno degli astronauti sulla Luna, le prime missioni con equipaggio su Marte e le missioni robotiche nel Sistema Solare esterno (tra le altre cose). Queste missioni sfrutteranno tecnologie innovative che consentono transiti più veloci, soggiorni di lunga durata e una vita sostenibile lontano dalla Terra. A tal fine, la NASA e altre agenzie spaziali stanno studiando l’applicazione del nucleare, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e la propulsione.

Molte di queste proposte erano state pensate fin dalla prima era spaziale ed erano già state convalidate. Ora, lo scorso martedì 24 gennaio, la NASA e la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) hanno annunciato un accordo tra agenzie per sviluppare un concetto di propulsione termica-nucleare (NTP).

La propulsione termica-nucleare

Schema di funzionamento di un razzo termico-nucleare. Un fluido di lavoro, di solito idrogeno liquido, viene riscaldato ad alta temperatura in un reattore nucleare e fatto espandere attraverso un ugello per generare la spinta. L’energia del reattore prodotta dalla fissione nucleare sostituisce quella generata dalle reazioni chimiche di un razzo a propulsione chimica. Credit: Wikipedia

Il razzo proposto è noto come Demonstration Rocket for Agile Cislunar Operations (DRACO), che consentirebbe missioni di transito rapido su Marte in poche settimane anziché mesi. Questo programma in tre fasi culminerà con una dimostrazione del DRACO in orbita, che dovrebbe avvenire entro l’inizio del 2027.

Dall’inizio dell’era spaziale, la NASA e altre agenzie spaziali hanno preso in considerazione molteplici proposte per veicoli spaziali nucleari. Questi possono essere raggruppati in due categorie: propulsione nucleare termica e nucleare-elettrica (NTP/NEP). Per NTP, un reattore nucleare riscalda il propellente al deuterio o al trizio (idrogeno-2 o -3) per creare plasma, che viene poi incanalato attraverso ugelli per generare spinta. In un razzo NEP, un reattore alimenta un propulsore ad effetto Hall che ionizza il gas inerte (come lo xeno) e lo accelera per generare spinta.

Mentre il NEP offrirebbe un periodo di spinta più lungo, l’NTP avrebbe una spinta maggiore. Negli ultimi anni sono state fatte diverse proposte per sistemi NTP che potrebbero ridurre i tempi di transito su Marte da meno di 100 giorni sino addirittura a 45. Avere una tecnologia di trasporto più veloce ed efficiente è fondamentale per le missioni con equipaggio su Marte ed è coerente con gli obiettivi Moon to Mars della NASA.

Utilizzando razzi convenzionali, il viaggio su Marte richiederebbe dai sei ai nove mesi e le missioni possono essere lanciate solo ogni 26 mesi, nel periodo di maggior vicinanza del Pianeta Rosso. Per tutta la durata del viaggio gli astronauti saranno esposti a livelli elevati di radiazioni solari e cosmiche, trascorrendo l’intero periodo in condizioni di microgravità, il che ha un grave impatto sulla fisiologia umana.

Infine, i viaggi più lunghi richiedono più rifornimenti e spazio di carico, limitato a bordo della navicella Orion che funge da sala di comando, dormitorio e sala da pranzo per il suo equipaggio. Un sistema di propulsione più potente consentirebbe a veicoli spaziali più grandi in grado di ospitare maggior carichi scientifici e fornire più potenza per la strumentazione e la comunicazione.

Lo sviluppo dei nuovi razzi

Rappresentazione artistica del razzo DRACO a propulsione termica-nucleare. Credits: DARPA

Secondo l’accordo, lo Space Technology Mission Directorate (STMD) della NASA guiderà lo sviluppo tecnico del motore termico nucleare, che sarà integrato con il veicolo spaziale costruito dalla DARPA. DARPA guiderà il programma generale come autorità contraente, supervisionando l’integrazione e l’approvvigionamento dei sistemi missilistici, le approvazioni, la programmazione e altre considerazioni.

La NASA e la DARPA collaboreranno all’assemblaggio del motore prima della dimostrazione nello spazio prevista nel 2027.

Per la NASA, i precedenti sforzi per sviluppare tecnologie nucleari per l’esplorazione spaziale includono il Nuclear Engine for Rocket Vehicle Application (NERVA), che è stato testato con successo nel 1964 e nel 1969. I generatori termoelettrici a radioisotopi (RTG) sono stati testati nello spazio dal 1961 e facevano parte di gli esperimenti di superficie delle missioni Apollo. Da allora, i generatori termoelettrici a radioisotopi multi-missione (MMRTG) hanno alimentato le sonde robotiche delle missioni Viking, Voyager, Galileo, Cassini e New Horizons e i rover Curiosity e Perseverance.

Anche la NASA, il Dipartimento dell’Energia (DOE) e i partner commerciali-industriali stanno lavorando per realizzare tecnologie nucleari per molteplici profili di missione. Ciò include il progetto Fission Surface Power della NASA, che espande il suo progetto Kilopower Reactor Using Sterling TechnologY (KRUSTY) per sviluppare reattori nucleari che potrebbero alimentare missioni di lunga durata sulla Luna, su Marte e oltre.

A giugno, la NASA e il DOE hanno inoltre assegnato tre bandi di progettazione commerciale per sviluppare concetti di centrali nucleari che potrebbero essere utilizzati sulla superficie della Luna e, successivamente, su Marte. Quest’anno, il programma NIAC (Innovative Advanced Concepts) della NASA ha assegnato contratti di Fase I a molteplici tecnologie nucleari proposte.

Questa collaborazione sfrutterà l’esperienza acquisita da precedenti progetti di energia nucleare e propulsione spaziale. I recenti materiali aerospaziali e i progressi dell’ingegneria stanno consentendo una nuova era per la tecnologia nucleare spaziale e questa dimostrazione di volo sarà un risultato importante verso la creazione di una capacità di trasporto spaziale di nuova generazione.

Riferimenti: Universe Today, NASA