Gli astronomi hanno osservato i segni di un possibile buco nero di dimensioni intermedie nella nostra stessa galassia, l’anello mancante per arrivare ai supermassicci.

Una nube molecolare a forma di virgola vicino al centro della Via Lattea sembra orbitare attorno a uno degli oggetti più ricercati in astronomia. Gli astronomi ritengono di aver osservato un possibile buco nero intermedio nel nostro centro galattico. Al centro di quella strana orbita infatti non è visibile alcun oggetto, il che fa immediatamente pensare alla presenza di un buco nero. Ma il modello basato sui dati della nube suggerisce che questo non sarebbe solo un normale buco nero ma uno appartenente alla rara classe dei buchi neri intermedi.

Se fosse confermato, sarebbe il quinto buco nero intermedio candidato osservato vicino al centro galattico.

I buchi neri intermedi

Rappresentazione artistica di Cygnus X-1 che fa a pezzi una stella.
Credits: ESA, Hubble

Anche definiti “anelli mancanti” questo tipo di oggetti finora sfuggenti potrebbe aiutare gli astronomi a capire come si formano i buchi neri supermassicci al centro delle galassie che hanno dimensioni colossali.

I buchi neri nell’Universo tendono a trovarsi in due distinti regimi di massa. Ci sono i buchi neri di massa stellare, fino a circa 100 volte la massa del Sole. Questi sono buchi neri che si formano dal collasso del nucleo di una stella massiccia alla fine della sua vita, o talvolta da fusioni tra altri della stessa tipologia. Poi ci sono i buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie, con masse da milioni a miliardi di volte quella del Sole.

A oggi non è chiaro come si formino questi colossi, e questo è un enigma cosmico che gli astronomi vorrebbero risolvere. E la risposta potrebbe arrivare proprio dai buchi neri con masse intermedie. Trovare questi buchi neri di massa intermedia (detti IMBH) sarebbe la prova che i buchi neri coprono uniformemente un’intera gamma di masse e che quelli intermedi sono uno stadio della loro crescita. Ma solo pochi di questi oggetti di peso medio sono stati identificati sino ad oggi.

Uno dei problemi è che questi buchi neri solitari non emettono luce da soli. Possono essere rilevati solo dall’effetto che la loro immensa gravità ha sull’ambiente circostante. E il centro galattico è un posto piuttosto affollato, denso di nubi molecolari che portano alla nascita delle stelle. Poiché la regione è così densa, può essere difficile vedere cosa c’è al suo interno, ma un potente radiotelescopio può rilevarne l’attività. È così che i ricercatori hanno trovato la nuvola, una nube molecolare molto vicina al centro galattico, a 27.000 anni luce di distanza da noi, che si muoveva in modo differente rispetto all’altro materiale vicino.

La sua forma allungata è probabilmente il risultato dell’attrazione delle forze di marea e la loro modellazione ha mostrato che la massa responsabile di tale interazione è circa 100.000 volte la massa del Sole ovvero quella di un buco nero intermedio. Da dove potrebbe provenire e come si è formato sono domande che rimarranno senza risposta, ma prima di tutto il team di ricercatori dovrà confermare i propri sospetti. Grazie ai potenti telescopi di Atacama in Cile saranno condotte osservazioni di follow-up per determinare se si possono trovare segni di un buco nero, o qualcos’altro, al centro orbitale della nube. Se dovesse rivelarsi un buco nero di massa intermedia, ciò potrebbe avere profonde implicazioni della nostra comprensione dei buchi neri supermassicci.

Riferimenti: Science Alert, The Astronomy Journal

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