Siamo sulla buona strada per resuscitare un tipo di clima che non vedevamo da 3 milioni di anni, sulla Terra. Ma qual è la causa? Cerchiamo di capirlo insieme.

Gli scettici dei cambiamenti climatici citano spesso il fatto che gli ultimi 140 anni siano un periodo troppo breve per dimostrare che l’anidride carbonica è un fattore determinante nel cambiamento del clima. Che ne dite, allora, di analizzare insieme gli ultimi 400 milioni di anni? Cioè quando la CO2 era alta (fino a 3.000 ppm, parti per milione), il pianeta era di 10-15 gradi Fahrenheit più caldo rispetto ad oggi e non c’era ombra di ghiaccio su nessuno dei due poli. La CO2 proveniva dai vulcani. Ma quando i valori di CO2 erano molto bassi, il pianeta era congelato. L’anidride carbonica, insomma, ha sempre svolto un ruolo importante nell’indirizzare il clima.

I negazionisti del cambiamento climatico. Credit: unsplash

I cambiamenti climatici degli ultimi 400 milioni di anni della Terra

Negli ultimi 400 milioni di anni, la Terra si è trovata più spesso in modalità “serra” che in modalità “igloo”. C’erano coccodrilli nel Nord del Canada e le masse continentali erano sempre al nord, a causa dello spostamento delle placche tettoniche.

La Terra ha iniziato a raffreddarsi quando l’India si è schiantata sull’Asia, 40 o 50 milioni di anni fa. Questa collisione ha formato la catena montuosa dell’Himalaya e avviato un ciclo monsonico. Le piogge in montagna hanno sciolto l’anidride carbonica e le rocce l’hanno assorbita, facendone scendere la quantità da oltre 1.000 ppm a 180/300 ppm. Da quando c’è l’uomo sulla Terra (300mila anni fa), abbiamo vissuto con livelli di anidride carbonica compresi fra 180 e 300 ppm. Almeno fino all’inizio dell’era industriale.

Ma facciamo un passo indietro. Mentre la Terra si raffreddava, stava attraversando un periodo con CO2 intorno ai 400/420 ppm. Era il Pliocene, 3 milioni di anni fa. Le temperature medie annuali in superficie erano di circa 2-4 gradi Celsius più calde rispetto a quelle pre-industriali. Non c’era ghiaccio al Polo Nord (iniziò a formarsi in Antartide circa 32 milioni di anni fa) e il livello dei mari era di 15 metri in più.

Cambiamenti climatici, cosa sta succedendo oggi

Oggi il discorso di limitare il riscaldamento a 2 gradi Celsius viene spesso contestato dai lobbisti delle compagnie petrolifere e di servizi pubblici, che dicono che stiamo bene e non abbiamo bisogno di agire. La maggior parte degli scienziati, però, concorda nel dire che un aumento da 2,5 a 4,6 gradi Celsius è molto probabile, entro il 2100. Pertanto avremo temperature e clima molto simili a quelli del Pliocene.

L’innalzamento del livello del mare sarà invece molto meno visibile, dato che potrebbero volerci un secolo o tre prima che tutto il ghiaccio si sciolga. Se dovessimo eguagliare il clima del Pliocene, tutto il ghiaccio artico, la maggior parte di quello della Groenlandia e una parte del ghiaccio antartico, si scioglieranno. Gli Usa, ad esempio, avranno un aspetto molto diverso rispetto ad ora, con la Florida sott’acqua e gran parte delle coste perse per sempre.

Il rischio che la temperatura media della Terra alla fine possa salire da 58 a 68 gradi Fahrenheit è concreto. Potremmo arrivare a tale risultato nel giro di 150/300 anni. E una temperatura di 68 gradi è importante, perché storicamente, a quel valore (o superiori) non c’è mai stato ghiaccio polare e il livello degli oceani era 60 metri più alto.

Riferimenti: The Herald Times