Quelli del sistema solare vennero scelti dagli antichi, che gli assegnarono nomi di divinità. A un certo punto, però, il numero di corpi celesti identificati divenne così grande che gli astronomi dovettero classificarli in un altro modo. Ecco come.

Siamo soliti identificare i pianeti del sistema solare con i nomi di divinità scelti dagli antichi. Mercurio, Marte, Venere, Giove e Saturno li chiamiamo così da sempre. Il loro nome deriva dalle divinità del culto pagano degli antichi romani, i primi a sceglierli. Lo fecero sulla base delle loro caratteristiche: Giove, ad esempio, è il più grande pianeta del sistema solare, ecco perché gli è stato affibbiato il nome della divinità più importante.

Diversi i motivi che portarono gli astronomi a chiamare Urano, Nettuno e Plutone in questo modo. Fu determinante la diplomazia di John Herschel, che seppe gestire una disputa fra inglesi e francesi (che volevano chiamarli con nomi di re e scienziati dell’Ottocento). Riuscì a mettere tutti d’accordo sui nomi di Urano e Nettuno. Plutone, invece, fu scoperto solo nel 1930: l’idea di chiamarlo così venne ad una bambina di 11 anni, Venetia Burney, nipote dell’ex capo della prestigiosa biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford. Mentre facevano colazione, chiese al nonno: “Perché non chiamarlo Plutone?” Lui a sua volta suggerì questo nome ai colleghi dell’osservatorio dell’Arizona e tutti furono d’accordo nel chiamarlo così.

I nomi dei pianeti extrasolari. Credit: Pixabay.

Come abbiamo deciso di chiamare i pianeti extra-solari?

Partiamo dal presupposto che l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) è l’autorità competente alla denominazione dei corpi celesti. A un certo punto, complice anche la scoperta di numerosi pianeti extra-solari, si ebbe la necessità di avere nomi univoci per gli oggetti astronomici.

Per i pianeti extra-solari (i cosiddetti esopianeti) di solito si usa una lettera minuscola (si è deciso di cominciare dalla “b”) per abbinarli alla stella attorno alla quale orbitano. In ciascun sistema, poi, gli astronomi classificano i pianeti per ordine di scoperta: la “B” indica il primo pianeta scoperto intorno ad una determinata stella, la “C” il secondo, etc. Quando i cosmologi ne scoprono più di uno in uno stesso sistema planetario, invece, la sequenza alfabetica segue anche l’ordine di distanza dalla stella.

Facciamo un esempio pratico: 16 Cygni Bb è il primo pianeta extra-solare scoperto attorno alla stella 16 Cygni B, appunto. CoRoT-7 b, invece, è il pianeta più interno tra i due scoperti contemporaneamente, attorno alla stella CoRot-7. Potrebbe capitarvi di leggere anche pianeti con l’aggiunta di numeri romani dopo il nome della stella (Sol I, Sol II, Sol III). Si tratta, però, di nomi che si usano soprattutto nell’ambito della fantascienza.

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