La sonda Solar Orbiter ha registrato un’enorme espulsione di massa coronale avvenuta sulla superficie del Sole. Le eruzioni solari raggiungeranno il loro picco nel 2025.

Il Sole, si sa, è costantemente ribollente e scoppiettante. Quando un’eruzione solare sulla sua superficie è abbastanza grande, può inviare miliardi di tonnellate di plasma e particelle cariche verso la Terra. Per studiare da vicino questo tipo di esplosioni, comunemente chiamate “espulsioni di massa coronale”, la NASA e l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) hanno lanciato la sonda Solar Orbiter a febbraio dell’anno scorso.

L’aurora boreale sul Canada vista dalla Stazione Spaziale vicino al punto più alto del suo percorso orbitale, il 15 settembre 2017. Credit: NASA / JSC

Il veicolo spaziale si è avvicinato parecchio alla nostra stella: fino a circa 77 milioni di chilometri il 10 febbraio scorso, che equivalgono a circa la metà della distanza tra il Sole e la Terra. In quel frangente la sonda è riuscita a registrare due video, prima di dirigersi verso zone più fredde dello spazio.

Le espulsioni di massa coronale del Sole registrate dalla Solar Orbiter. Credit: NASA.

In un altro breve video si vede invece il flusso di particelle cariche elettricamente, insieme a polvere e raggi cosmici che fluiscono nello spazio.

La prima espulsione di massa coronale, o CME, osservata dal Solar Orbiter Heliospheric Imager, appare come un’improvvisa raffica di bianco. Credit: ESA e NASA / Solar Orbiter / SoloHI team / NRL

Le tempeste solari possono provocare pericolose condizioni meteorologiche

Non c’è dubbio che eruzioni solari come queste siano bellissime a vedersi, e che spesso creino spettacoli meteorologici come l’aurora boreale, ma possono anche rivelarsi pericolose.

Nel 1989, ad esempio, un’inondazione di particelle caricate elettricamente dal Sole ha messo fuori uso l’energia del Quebec per circa nove ore. Altre due tempeste solari hanno interrotto le comunicazioni radio di emergenza per 11 ore subito dopo l’uragano Irma del 2017. Inoltre si dice che una tempesta solare potrebbe persino aver interrotto le trasmissioni SOS del Titanic mentre affondava, nel 1912.

La prima espulsione di massa coronale testimoniata dall’Heliospheric Imager del Solar Orbiter, visto dalla sonda spaziale Solar Terrestrial Relations Observatory-A della NASA. Credit: NASA / STEREO / COR2

Esplosioni solari possono anche mettere in pericolo gli astronauti, interferendo con i loro veicoli spaziali o interrompendo le comunicazioni con il controllo missione.

Il Sole sta entrando in un nuovo ciclo solare di 11 anni, il che significa che le sue eruzioni dovrebbero essere più frequenti e violente. Raggiungeranno il picco nel 2025. Nel corso dei prossimi sei anni, dunque, la Solar Orbiter volerà più vicino ai poli del Sole, rispetto a qualsiasi altra sonda precedente.

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