Nel 2017 l’oggetto denominato Oumuamua lasciò interdetta la comunità mondiale degli scienziati per le sue particolarità, dando credito a voci di ogni genere. Alcuni studiosi hanno inviato alla NASA una proposta di missione per “inseguire” questo strano oggetto che si sta allontanando dal sistema solare per far luce sul suo mistero.

Vi ricordate Oumuamua? Nel 2017 gli astronomi rilevarono per la prima volta un oggetto interstellare nel sistema solare interno scatenando una serie di domande per lo più rimaste senza risposta. Che cos’è? Come è arrivato sin qui? Che sia forse una navicella aliena?

Scoperto il 19 ottobre 2017 dalle osservazioni del Pan-STARRS1 Near-Earth Object, Oumuamua ha sfidato le ipotesi degli astronomi su come potevano apparire i piccoli corpi provenienti da un altro sistema stellare.

Si muoveva troppo velocemente per essere un asteroide (stava accelerando), non lasciava tracce di detriti, quindi non poteva essere una cometa ghiacciata, e variava anche in luminosità

Forse si trattava di un frammento di pianeta? O iceberg spaziale? Nessuna risposta si è rivelata convincente fino in fondo.

Poiché l’oggetto è già fuori dalla portata dei telescopi esistenti (era già in uscita dal Sistema Solare interno quando è stato individuato) c’è solo un modo per scoprirlo: un documento pubblicato lo scorso 11 gennaio dalla Initiative For Interstellar Studies ha inviato una proposta di missione alla NASA per la Planetary Science Decadal Survey 2023-2032 chiamata Project Lyra. Il progetto propone di inviare una sonda per studiare Oumuamua e scoprirne di più sulla sua natura.

Le teorie per spiegare la natura di Oumuamua hanno incluso un aggregato di polvere frattale, un iceberg di idrogeno, un iceberg di azoto, una vela solare aliena, frammenti di un pianeta distrutto dalle maree e altre ipotesi più o meno plausibili che concordano tutte su un solo punto: è necessario dare un’occhiata più da vicino per capirci qualcosa.

Il Project Lyra

Il documento propone una missione che dovrebbe decollare nel febbraio 2028, trascorrere quattro anni nel sistema solare interno per ricevere una spinta grazie alle fionde gravitazionali della Terra (due volte), di Venere e Giove, per inseguire e raggiungere Oumuamua nel 2050-2054.

Rappresentazione artistica di Oumuamua
Rappresentazione artistica di Oumuamua. Credit: European Southern Observatory / M. Kornmesser

Negli anni scorsi qualche tentativo di tracciare una rotta per raggiungere Oumuamua era già stata compiuta, ma gli altri tentativi sarebbero ricorsi all’utilizzo di una manovra di Oberth (la fionda gravitazionale) attorno al Sole. Il loro svantaggio operativo era la necessità di uno scudo massiccio per proteggere la sonda dal Sole.

Invece, il Progetto Lyra impiegherebbe una fionda gravitazionale attorno a Giove, molto più simile alle missioni interplanetarie esistenti, ma per le quali le opportunità di lancio sono molto limitate.

L’altra opzione, ovviamente, è aspettare che arrivi un altro oggetto interstellare simile a Oumuamua e visitarlo, come la cometa 2I/Borisov transitata nel 2019, ma che assomigliava a corpi minori già trovati nel Sistema Solare.

Le probabilità di incontrare di nuovo un oggetto come Oumuamua sono molto basse e il possibile ritorno scientifico di una simile impresa rende questa un’occasione imperdibile.

Riferimenti: