Un’analisi attenta ed accurata di quello che è successo oggi a Boca Chica con il lancio di Starship di SpaceX

Analizziamo il lancio odierno di Starship di SpaceX con le parole di Roberto Paradiso, autore del libro “Noi abbiamo usato le matite” e del portale “Le Storie di Kosmonautika“:

E’ stato un fallimento? Non direi, anzi, esaminando a mente fredda quanto accaduto oggi, sono più gli aspetti positivi del lancio avvenuto questo pomeriggio a Boca Chica, che quelli negativi. E’ vero, dopo pochi minuti il lancio è stato abortito per evitare danni maggiori, ma se ci fermiamo a questo aspetto, per così dire spettacolare, facciamo un analisi del tutto superficiale ed inesatta. Ma vediamo esattamente cosa è successo. Con qualche minuto di ritardo (dovuto ad uno stop del conto alla rovescia a T -40”), Super heavy e Starship di SpaceX hanno lasciato la rampa di lancio di Boca Chica. Sin da subito 3 dei 33 motori Raptor è risultato spento, ma la spinta, dopo un istante di esitazione iniziale, è stata sufficiente a sollevare il gigantesco lanciatore, 5000 tonnellate per 120 metri di lunghezza, nel cielo del Texas.

Starship di SpaceX
Starship di SpaceX sulla rampa di lancio a Boca Chica. Credit: SpaceX

Tutto è andato bene fino a 30 Km di altitudine. A quel punto i Raptor spenti erano passati da tre a cinque e poi ad otto. Per di più, i motori non funzionanti, erano distribuiti su un lato del Super Heavy, generando un vettore di spinta sfalsato però corretto dagli altri motori. Al 34 km di altitudine, dopo che comunque il punto di MaxQ, cioè la massima pressione aerodinamica sulla struttura era già stata superata, era prevista la separazione del primo stadio dalla starship. Ma qualcosa nel meccanismo di sgancio non ha funzionato. Il secondo stadio, starship appunto, è rimasto agganciato al super heavy mentre il programma di rientro di questi si è attivato. Questa occorrenza si può notare nel video dalla fiammata arancione che inizia a svilupparsi lateralmente. A quel punto l’assetto era già compromesso, il lanciatore ha iniziato ad oscillare e roteare fin quando, grazie all’utilizzo delle superfici aerodinamiche di governo, è stato ristabilito un assetto orizzontale per quel tanto che è servito, agli operatori a terra, a far azionare il sistema di spurgo dei serbatoi del secondo stadio che, va detto, erano pieni fino all’orlo di LOX e Metano liquido. A spurgo avvenuto, il veicolo è stato lasciato cadere e poi, sembrerebbe con un comando a distanza, fatto esplodere sull’Oceano Atlantico.

Starship di SpaceX
Un momento del volo di Starship di SpaceX. Credit: SpaceX

Quindi: Fallimento? 

No, se pensiamo alla resistenza della struttura, 5000 tonnellate sottoposte ad un enorme carico aerodinamico e torsione. No se pensiamo al lavoro egregio delle superfici di governo, capaci di mantenere il lanciatore in posizione orizzontale per quel tanto che serviva allo svuotamento dei serbatoi. No, perché l’esplosione è avvenuta in zona sicura. No perché il timore maggiore era quello che esplodesse tutto il lanciatore sulla rampa, con conseguenze facilmente immaginabili. Qualcuno dirà, eh che figura… Beh direi un grande successo, nonostante l’abort del lancio. Perché la strada delle stelle, sappiamo bene, è costellata di tentativi, a volte fruttuosi, a volte che ci fanno tornare sui nostri passi, correggere gli errori, e migliorare“.

Qualche info tecnica

Il razzo è alto 120 metri e questo lo rende il razzo attualmente più alto e potente del mondo. Pensate che solo il primo stadio Super Heavy è alimentato da ben 33 motori Raptor a metano. SpaceX utilizzerà Starship per far atterrare gli astronauti sulla Luna, in vista della missione Artemis 3 nel 2025. Inoltre l’azienda di Elon Musk punta a usare il veicolo spaziale per almeno tre voli privati, due dei quali prevedono il trasporto di passeggeri intorno alla Luna. Starship è anche il veicolo indicato dalla NASA che porterà gli astronauti su Marte con l’obiettivo di colonizzare il Pianeta Rosso.

Immagine di copertina credit SpaceX

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