Dopo l’avvento del volo spaziale umano, la NASA iniziò a intitolare le missioni ai figli di Zeus. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

La missione Artemis della NASA prevede l’invio di un razzo senza equipaggio intorno alla Luna per circa un mese. Dopo i due rinvii delle scorse settimane a causa di un problema ad uno dei motori del razzo SLS, l’Agenzia Spaziale Americana riproverà a dare il via alla missione a fine mese (presumibilmente il 27 settembre). Tra l’altro il programma Artemis prevede anche di portare la prima donna sulla Luna entro il 2024. Ma da dove arriva il nome Artemis e cosa c’entra con le donne? Scopriamolo insieme!

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La dea greca Artemide (o Diana), sorella di Apollo e figlia di Zeus. Credit: Wikimedia commons

Chi era la dea greca Artemis

La NASA ha una lunga storia nell’intitolare le missioni spaziali a figure della mitologia greca. Dopo l’avvento del volo spaziale umano, l’Agenzia iniziò a intitolare le missioni ai figli di Zeus. Il programma Mercury, ad esempio, attivo dal 1958 al 1963, prende appunto il nome dalla controparte romana di Hermes, il dio messaggero che vola fra la Terra e gli inferi con i suoi sandali alati. A partire dal ’63 il programma Gemini anticipò le missioni Apollo e prendeva il nome dai figli gemelli di Zeus, Castore e Polluce (in greco Dioscuri), che furono lanciati tra le stelle come costellazione dei Gemelli.

Con Artemis, invece, la NASA si rifà al programma Apollo, durato dal 1963 al 1972 e che ci ha permesso di portare i primi uomini sulla Luna. A distanza di oltre 50 anni Artemis riprenderà da dove si era interrotto: nella mitologia greca, infatti, Artemide era la sorella gemella di Apollo. Dea della caccia, degli animali e della foresta, è sempre stata icona di donna che esercita il suo potere prendendosi cura del pianeta. La sua indipendenza e la sua forza hanno ispirato intere generazioni di donne, sottolineandone la libertà e l’autonomia.

Riferimenti: Big Think

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