Due ricercatori della “Specola Vaticana” hanno cercato di capire il comportamento della gravità nei primissimi istanti dell’universo. Ecco cosa hanno scoperto.

Una ricerca che (forse) rivoluzionerà il nostro modo di concepire la creazione. Da anni, infatti, studiosi e astronomi cercano di capire le origini dell’universo. In tal senso c’è sempre stata questa forte diatriba fra religione e scienza, come fossero relatività e meccanica quantistica e non si trovasse un modo per uniformarle. Anche il Vaticano studia i fenomeni astronomici. Proprio in questi giorni due ricercatori della Specola Vaticana (si trova a Roma e comprende un osservatorio e un centro di ricerca di proprietà della Chiesa) avrebbero proposto una nuova comprensione del Big Bang. Ecco cosa hanno scoperto.

La Basilica di San Pietro a Roma. Credit: pixabay

Come si è comportata la gravità nei primissimi istanti dell’universo

Una delle teorie più studiate, riguardo il comportamento della gravità nei primi istanti dell’universo, è quella di Brans-Dicke, un’approssimazione della teoria quantistica della gravità. Tale teoria combinerebbe la relatività generale (che descrive il comportamento della materia su larga scala), con la meccanica quantistica (che invece descrive i fenomeni su scala microscopica). Il problema è che non si è ancora riusciti a descriverla matematicamente. Il più delle volte gli studiosi trasformano le sue complesse equazioni (riferimento di Jordan) in formule più semplici da risolvere (riferimento di Einstein).

Ebbene, il nuovo studio di padre Gabriele e don Matteo Galaverni della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla dimostra che il riferimento di Jordan e quello di Einstein non sono sempre matematicamente equivalenti. Hanno inoltre evidenziato un ulteriore riferimento che sembrerebbe molto promettente. In quest’ultimo esiste un limite in cui la forza di gravità tende all’infinito, mentre la velocità della luce si avvicina allo zero. Si tratta di risultati che potrebbero rivoluzionare la chiave di lettura del Big Bang e favorire la formulazione di una teoria del tutto. Non è la prima volta che scienziati cattolici lavorano per il progresso scientifico: d’altronde fu padre Georges Lemaître, nel secolo scorso, a sviluppare la teoria del Big Bang, basandosi sulle idee di Albert Einstein.

Riferimenti: https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-04/specola-vaticana-big-bang-padre-gionti-don-galaverni.html