Il lungo viaggio evolutivo degli esseri umani moderni è iniziato con un singolo passo o, più precisamente, con la capacità di camminare su due gambe.

Uno dei nostri primi antenati, il Sahelanthropus, iniziò la lenta transizione dalla scimmia circa sei milioni di anni fa, ma l’Homo sapiens non si sarebbe fatto vivo prima di cinque milioni di anni. Durante quel lungo periodo, ci furono una gran varietà di specie umane. Col passare del tempo, i loro corpi sono cambiati, così come il loro cervello e la loro capacità di pensare.

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Per capire come l’Homo sapiens si sia evoluto da questi antichi ominidi, gli scienziati stanno portando alla luce ossa antiche e strumenti in pietra, con l’obiettivo di ricreare gli ambienti che hanno contribuito a modellare i nostri antenati e a guidarne l’evoluzione.

L’evoluzione dell’uomo, spiegata

Queste prove indicano sempre più che l’Homo sapiens abbia avuto origine in Africa, finché il clima non li spinse a spostarsi e a “colonizzare” il resto delle terre emerse sul pianeta. Il DNA più antico recuperato dagli scienziati proviene da la “Fossa delle Ossa”. Sul fondo di una grotta nelle montagne spagnole di Atapuerca, infatti, gli scienziati hanno trovato migliaia di denti e ossa di 28 individui diversi.

Nel 2016, gli scienziati hanno accuratamente estratto il genoma da questi resti di 430mila. Sono i più antichi Neanderthal conosciuti, i nostri parenti più stretti. Gli scienziati hanno utilizzato l’orologio molecolare per stimare il tempo impiegato dalla specie umana a passare dai Neanderthal agli umani moderni: si ritiene che un antenato comune sia vissuto tra 550.000 e 750.000 anni fa.

L’arrivo dell’Homo Sapiens

Nessuno scienziato ritiene che l’Homo sapiens si sia sviluppato per la prima volta in quello che oggi è il Marocco, poiché molte prove dell’esistenza della nostra specie sono state trovate sia in Sud Africa che in Africa orientale. Ma frammenti di teschi, mascelle, denti e altri fossili risalenti a 300mila anni fa rinvenuti a Jebel Irhoud, sono i resti più antichi di Homo sapiens mai trovati.

Mostrano tratti di un volto che sembra incredibilmente moderno, mescolato con altri tratti come una scatola cranica allungata che ricorda esseri umani più antichi. La presenza dei resti nell’angolo nord-occidentale dell’Africa non è la prova del nostro punto di origine, ma piuttosto di quanto gli esseri umani fossero ampiamente diffusi in tutta l’Africa anche in questa epoca remota.

A quando risale il primo essere umano moderno

Non è una risposta facile. Un teschio (uno dei tanti) di Omo Kibish somiglia molto a un essere umano moderno di 195.000 anni, mentre un altro trovato nella grotta di Iwo Eleru in Nigeria, sembra molto più antico, ma ha “solo” 13.000 anni . Queste discrepanze dimostrano che il processo non è stato lineare, ma che avrebbe raggiunto un unico punto dopo il quale tutte le persone erano esseri umani moderni.

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