Oggi, quando guardiamo il cielo, vediamo stelle divise nelle stesse forme e gruppi dei nostri antenati, ma come sono nate le costellazioni e quando?

Da sempre l’uomo, alzando lo sguardo al cielo, rimane affascinato dalle stelle. Fin dai tempi antichi queste luci nella notte sono state venerate come dei, usate per determinare il cambio delle stagioni e come riferimento per navigare il mondo. Difficile risalire con precisione a quando l’uomo iniziò a guardare in alto e a trascrivere la posizione di questi punti luminosi. Ci sarebbero addirittura pitture rupestri che mostrano costellazioni disegnate ben 17mila anni fa, ritrovate a Lascaux, in Francia.

Storia delle costellazioni. Credit: unsplash

La storia delle costellazioni

Le costellazioni che compongono lo Zodiaco – le stelle che seguono l’eclittica – sono fra le più antiche mai trascritte e sono rimaste fondamentalmente le stesse anche ai giorni nostri. I primi a studiarle furono gli antichi babilonesi nel VI secolo a.C. Sebbene ci siano anche documenti più antichi, però, furono gli antichi greci ad avere l’impatto maggiore sull’astronomia. Claudio Tolomeo, un astronomo greco che visse ad Alessandria nel II secolo d.C., fece un elenco completo di 1.022 stelle, raggruppandole in 48 costellazioni, molte delle quali venivano raffigurate con miti e leggende greche. Questo antico testo, chiamato Almagesto, divenne la “bibbia” di ciò che oggi conosciamo.

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Circa 800 anni dopo che Tolomeo trascrisse le sue conoscenze, un astronomo persiano di nome Abd al-Rahman al-Sufi le tradusse in arabo, esportandole dall’altra parte del globo. E poiché Tolomeo non aveva mai dato un nome alle singole stelle, al-Sufi decise di assegnar loro nomi arabi. Questi nomi vennero riportati nel “Libro delle stelle fisse”, assieme alle costellazioni di cui facevano parte. Con l’invenzione del telescopio si decise che fosse venuto il momento di mappare correttamente le stelle, ponendo confini ufficiali fra le costellazioni per semplificare la navigazione. Oggi abbiamo 88 costellazioni ufficiali, molte delle quali attinte dalle conoscenze di Tolomeo e al-Sufi.

L’Orsa Maggiore, ad esempio, era stata raffigurata come un orso da molte culture precedenti agli antichi greci. Per questi ultimi l’orso era Callisto. Zeus ebbe una relazione con la cacciatrice Callisto, dalla quale partorì un figlio. Quando la moglie di Zeus lo scoprì, si arrabbiò al punto che trasformò Callisto in un’orsa. Zeus in seguito la nascose fra le stelle per tenerla al sicuro. La prossima volta che guarderai il cielo, pensa alle storie e alla passione dei grandi astronomi del passato e di come le loro conoscenze sono pervenute fino a noi.

Riferimenti: Space.com