Mentre il nuovo telescopio spaziale si dirige verso l’orbita da cui effettuerà le sue osservazioni, gli ingegneri della NASA ne monitorano i parametri vitali. A sorpresa, però, hanno deciso di non installare alcuna telecamera a bordo del telescopio: ecco perché.

Siete in molti a chiederci nei commenti perché non è possibile osservare direttamente tutte le manovre che sta effettuando il telescopio spaziale James Webb prima di raggiungere l’orbita definitiva. Semplice, perché non c’è alcuna telecamera a bordo che ci consenta di monitorarlo direttamente. Il team della NASA che sta seguendo il suo lungo viaggio verso L2, il punto lagrangiano a circa un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, usa un set complesso di sensori situati sull’intera navicella. Si tratta di sensori meccanici, termici ed elettrici, che forniscono un’ampia gamma di informazioni sullo stato attuale e sulle prestazioni del Webb mentre si trova nello spazio.

James Webb Space Telescope
Il James Webb Space Telescope. Credit: NASA

La scelta di non montare telecamere per osservare il dispiegamento del James Webb

C’è da dire che gli ingegneri che si sono occupati del progetto James Webb avevano pensato a un sistema di telecamere “di sorveglianza” da includere a bordo del telescopio. Un’eventualità che è stata studiata a fondo, ma che alla fine è stata scartata dal team.

Potrebbe sembrare un gioco da ragazzi includere qualche telecamerina sul veicolo per osservarlo mentre si avvicina al suo obiettivo. In realtà non è così facile aggiungere una videocamera su questo tipo di veicoli. Prima di tutto perché il monitoraggio di Webb richiederebbe più di una telecamera a campo stretto, che in ogni caso fornirebbero poche informazioni utili. I cablaggi delle telecamere, inoltre, dovrebbero attraversare le interfacce attorno al telescopio, aumentando il rischio di vibrazioni e perdite di calore, una cosa che non ci si può permettere con Webb, che deve essere sempre mantenuto molto freddo.

C’è poi il problema dell’illuminazione. Webb è molto brillante, quindi le fotocamere visibili sul lato rivolto verso il Sole sarebbero soggette ad abbagliamento estremo e avrebbero problemi di contrasto. Di contro, quelle installate sul lato freddo dovrebbero funzionare a temperature criogeniche molto basse e ciò ne richiederebbe l’isolamento.

Insomma, la possibilità di vedere il James Webb arrivare sano e salvo nella sua orbita non ce l’avremo. Sapremo comunque, grazie alla tecnologia, quando il telescopio raggiungerà la sua destinazione per cominciare a osservare l’universo in un modo del tutto nuovo.

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